Bizzo si smarca dal Pd: via dalla sinistra

L'assessore accusa: con il vecchio Ulivo si perde, dobbiamo allearci solo con i moderati


Francesca Gonzato


BOLZANO. Roberto Bizzo si smarca ancora una volta dalla linea prevalente nel Pd. «No alla alleanza con la sinistra, i nostri interlocutori devono essere i moderati», manda a dire al suo partito. E questo mentre il segretario Antonio Frena inizia le trattative con il centrosinistra per le provinciali, da Rifondazione all'Udc. L'assessore provinciale chiede un'altra linea: «Nel Pd Frena e Tommasini parlano di nuovo Ulivo, ma in realtà l'alleanza con la sinistra si chiamava Unione ed è fallita brutalmente. Figuriamoci che sorte potrebbe avere oggi, che il mondo è cambiato e siamo in maggioranza con Terzo polo e Pdl per sostenere il governo Monti. Non possiamo guardare al futuro con gli schemi del passato. E' finita l'epoca Berlusconi, è cambiato il mondo». All'inizio di dicembre Bizzo e un'altra ventina di iscritti e dirigenti del Pd hanno creato scalpore con una lettera di critica alla gestione del partito, di cui si sollecita il congresso straordinario. Finora lettera morta. Adesso la messa in discussione della strategia per le provinciali.

«Sono l'uomo delle battaglie impossibli», racconta, ma c'è chi lo immagina intento a giocare su più tavoli. Elio Cirimbelli cita Bizzo nella ricostruzione del suo siluramento come aspirante coordinatore provinciale dell'Api di Rutelli, incarico andato ad Alessandro Azzarita, ex segretario di Di Puppo, nominato nel Cda di Confcooperative e firmatario della lettera di Bizzo. Cirimbelli racconta di una telefonata ricevuta da Roma: «Caro Cirimbelli non ti agitare, non sarai tu il coordinatore dell'Api per Bolzano, ha preso in mano tutto Dellai e verranno nominati due giovani coordinatori uno per Trento e uno per Bolzano».

E prosegue: «Chi mai potrà aver segnalato a Roma il nome del dottor Azzarita, che fino a pochi giorni fa era iscritto al Pd? Mi viene in mente che nei giorni scorsi c'era una foto che ritraeva il governatore Dellai con l'assessore del Pd Bizzo, ed allora ho pensato: vuoi vedere che forse tra una sciata e l'altra...». Veleni moderati. Così Bizzo. Perché critica l'avvio delle trattative con i partiti di centrosinistra?

«E' giusto pensare ad una alleanza larga in vista del probabile indebolimento della Svp, ma il Pd deve avere come primo interlocutore il terzo polo e le forze moderate, laiche, riformiste. E' quello che chiedono al Pd anche il segretario dell'Udc Gennaccaro e del Psi Bertinazzo. E non dimentichiamo i delusi del centrodestra, perché la vera urgenza in Alto Adige è allargare l'area di consenso all'autonomia. Tutto ciò viene prima di andare alla conquista dei voti di lingua tedesca: con Tommasini siamo in giunta come rappresentanti del gruppo italiano, prima che come Pd. Gli attacchi all'autonomia danno giustamente fastidio nella loro strumentalizzazione, ma pongono un tema vero: l'autonomia si difende dimostrando che siamo in grado di spendere meno e meglio».

Se non passerà questa linea uscirà dal Pd? «Non ci penso. In un partito si discute e porterò la mia proposta. Sono convinto che una alleanza con Prc, Sel e l'Idv non ci farebbe vincere». Alla prima riunione con i segretari Frena aveva invitato anche l'Udc. Non è un'area negletta. «Ma c'è troppa debolezza nell'approccio verso di loro. Si capisce bene che il focus è sulla sinistra». Non crede che in una crisi così grave sia giusto camminare anche con la sinistra? «Da cattolico non credo di avere nula da imparare sulla difesa dei valori sociali e dei lavoratori».

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