Blitz della finanza in Cassa di Risparmio 

I militari coordinati dalla procura di Genova indagano sui fondi della Lega. Sparkasse: «Nessun rapporto col Carroccio»



BOLZANO. Gli uffici non erano ancora aperti e la giornata, alla Cassa di Risparmio dell’Alto Adige, a Bolzano, sembrava una come tante altre. Invece, alle 7, alle porte dell’istituto bancario hanno bussato i militari della guardia di finanza di Genova che, accompagnati da ispettori e tecnici di Bankitalia, hanno provveduto all’acquisizione di tutta la documentazione sul flusso di denaro in entrata e in uscita di questi anni e riconducibili a conti della Lega Nord. E gli inquirenti, coordinati dalla procura del capoluogo ligure, erano proprio alla ricerca di prove documentali e informatiche sul sospetto riciclaggio di parte dei rimborsi fuorilegge che la Lega ha incassato dal Parlamento fino al 2010, e che potrebbe aver esportato in Lussemburgo con l’obiettivo di metterli al riparo dai sequestri, per poi farli rientrare sempre parzialmente in Italia. Due operazioni sospette (un investimento di 3 milioni nel Granducato e il rientro d’una somma analoga dallo stesso paese) sarebbero avvenute proprio tramite l’istituto altoatesino e agli occhi di chi indaga potrebbero essere collegate a esponenti leghisti. A questi elementi, inoltre, si aggiunge la segnalazione fatta da una fiduciaria lussemburghese alle autorità antiriciclaggio italiane che definiva “anomala” una transazione di ritorno che ha avuto per terminale sempre la Sparkasse. Sempre ieri, le fiamme gialle di Genova hanno “visitato” una filiale della Sparkasse a Milano e un importante centro informatico a Milano e a Collecchio, in provincia di Parma. «Non c'è nessun legame della Sparkasse con la Lega» ribadisce il presidente Brandstätter, dal cui ufficio, anch’esso perquisito, sarebbero stati prelevati alcuni documenti. «Anni fa è stato chiuso un conto corrente attivo presso la filiale di Milano e da allora non ci sono più stati rapporti – sottolinea – Per quanto riguarda invece il Lussemburgo si tratta di normali obbligazioni e attività di tesoreria. I controlli della Finanza sono legittimi e non riguardano solo la Sparkasse, ma anche altri istituti e non potranno appurare altro». Dichiarazioni improntate alla massima tranquillità anche quelle di Nicola Calabrò, direttore generale di Sparkasse. «Da anni – spiega – non sono più in essere rapporti riconducibili alla Lega e le informazioni richieste stamane (ieri per chi legge, ndr) dalla finanza sono servite a chiarire tale aspetto». Ieri pomeriggio, intanto, la Cassa di Risparmio di Bolzano ha voluto chiarire la sua posizione con un comunicato. «La banca – si legge nella note – è stata chiamata a fornire i chiarimenti necessari per identificare i titolari di due operazioni che si presumeva potessero essere riconducibili alla Lega. La Lega ha avuto un rapporto di conto corrente e deposito con la banca tra il 2013 ed il 2014 data a partire dalla quale i rapporti sono stati estinti. Gli inquirenti hanno dovuto accertare se una specifica operazione di acquisto titoli effettuata nel 2016 e un'operazione di vendita effettuata nel gennaio 2018 potessero avere quale titolare la Lega. La banca ha dimostrato che tale operazione riguarda la normale operatività del portafoglio di tesoreria di proprietà della banca stessa e che quindi le transazioni non sono assolutamente riconducibili alla clientela e tanto meno alla Lega con cui la banca non intrattiene più rapporti dal 2014. La banca non è oggetto di alcuna indagine, ma ha dovuto fornire le informazioni necessarie per le indagini che le autorità inquirenti stanno svolgendo in relazione a presunte irregolarità nella gestione dei fondi della Lega. La banca – conclude – ritiene di aver fornito tutte le informazioni necessarie a far chiarezza rispetto alle operazioni in oggetto».













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