Blitz Svp per mettere le mani sulla Rai

Con un emendamento Zeller chiede i soldi del canone e la nomina del direttore. Il cdr: si mira a cancellare la parte italiana


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Tra gli emendamenti al decreto legge 66/2014 (il cd. decreto Irpef sugli 80 euro di Renzi)che saranno discussi il 30 maggio prossimo ce n’è anche uno, che ha come primo firmatario il senatore della Svp Karl Zeller, sul futuro della sede regionale Rai di Bolzano. Tra le altre cose la Volkspartei - supportata dai trentini Panizza, Fravezzi e Tonini - chiede di poter nominare (d’intesa col Governo) il direttore della sede provinciale (che dovrà essere bilingue), di incassare i proventi del canone e di gestire il servizio pubblico radiotelevisivo per tedeschi e ladini. Della redazione italiana non si parla nemmeno. E ciò ha provocato la reazione stizzita del cdr della redazione italiana, da sempre contraria alla provincializzazione del servizio pubblico. In questo modo - sottolinea il comitato di redazione - «si mira a cancellare la componente italiana dalla sede Rai di Bolzano». Secondo Piergiorgio Veralli, Sergio Mucci e Monica Pietrangeli in questo modo «si punirebbe il pubblico che paga il canone e si imporrebbe alla Rai di nominare il direttore di sede d’intesa con la Provincia, esattamente come proponeva Durnwalder». Di più: «Il disegno di legge costituzionale di Zeller e Berger, in discussione a Palazzo Madama il 30 maggio, intende sopprimere quella parte dell’articolo 8 dello Statuto di autonomia che esclude la facoltà della Provincia “di impiantare stazioni televisive”».

Criticata anche la firma dell’emendamento da parte dei senatori trentini Giorgio Tonini (Pd), Vittorio Fravezzi (Upt) e Giorgio Panizza (Patt). «Il sospetto - continua il cdr - è che si riproponga lo stesso patto di spartizione del 1976, quando Svp e Dc trentina tentarono di dividersi il potere sulle radiotelecomunicazioni delegando a Trento tutta l’informazione regionale di lingua italiana».

Oggi quella scelta sarebbe pericolosa per Bolzano - che conta complessivamente 200 dipendenti - che rinuncerebbe alla sua trilinguità. Il cdr Rai spera che a prevalere sia la linea del senatore Palermo, che non ha firmato l’emendamento, ritenuto sbagliato «nei tempi e nei modi, tanto da farlo sembrare un blitz». Il direttore della sede regionale Rai di Bolzano Vittorio Longati assicura che «i posti di lavoro non sono in pericolo, al pari della sede» e fa intuire che sarebbe meglio che la politica restasse fuori. Inopportuna, dunque, la richiesta di voler incidere sulla scelta del direttore di sede, specie se già si può contare su un coordinatore dei programmi di lingua tedesca nominato direttamente (Markus Perwanger). Fatto questo più unico che raro in ambito nazionale.

Il senatore Karl Zeller ne fa anche una questione di trasparenza sui costi. «Il decreto legge prevede la soppressione delle sedi regionali e noi, quella di Bolzano, stiamo cercando di salvarla. Abbiamo cercato di coinvolgere la redazione italiana, che ci ha risposto picche. E quindi se in futuro i giornalisti faranno capo alla sede di Trento o Verona poco importa. Sono stati loro a rifiutare. Finora, poi, sui costi c’è stata poca trasparenza: la Rai incassa 15 milioni dal canone e 20 per la sede bolzanina. Tanti, forse troppi. Il direttore? Non metterà il becco sulle scelte redazionali, ma pagando il servizio vorremmo dire la nostra sulla scelta».

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