BOLZANO

Bolzano, a Maso della Pieve la Sport City è a pezzi

Crepe nei muri, tribune fatiscenti e bagni inagibili. Polemica tra le associazioni e la cooperativa per le tariffe applicate


di Alan Conti


BOLZANO. La struttura sportiva di via Maso della Pieve affidata dal Comune alla cooperativa Sport City cade a pezzi.

Un campo per il lancio di coltelli Maso della Pieve: domani sarà inaugurato alla Sport City, si useranno anche asce

Nella scorsa consiliatura comunale è stato deciso il rinnovo della concessione per il complesso lungo la Strada Statale 12. La situazione, però, è critica. «Ci sono punti d'emergenza senza estintori, “safe box” con le bocchette per i vigili del fuoco distrutte, corsie del nuoto abbandonate da mesi alle intemperie, spogliatoi danneggiati, recinzioni perimetrali divelte e tetti pericolanti» elenca il consigliere di circoscrizione Kevin Morghen (Uniti per Bolzano), «Il Comune paga ogni anno 120.000 euro per questo. Pochi passi più in là l'area gestita dalla cooperativa Pfarrhof, però, è perfetta».

Bolzano, incuria e difetti strutturali: Sport City cade a pezzi

Nelle foto del consigliere di Circoscrizione Kevin Morghen (Uniti per Bolzano) la situazione critica alla cittadella di via Maso della Pieve

Particolarmente infastidito dalla situazione è Claudio Zanellato, presidente del Sudtirolo Rugby. «La struttura è tenuta malissimo e la cooperativa non fornisce nemmeno la carta igienica. Addirittura hanno sbarrato un cancello del complesso degli spogliatoi spaccando la maniglia. Quell'edificio ha solo due uscite: ora ce n'è solo una. Una situazione molto pericolosa in caso di emergenza». Il direttore della coop Sport City Massimo Moretti, però, non ci sta: «Ci sono degli evidenti problemi strutturali su cui non possiamo intervenire. Lo smaltimento delle acque nere non avviene correttamente, sui muri ci sono delle crepe dovute ai lavori alla SS 12 e tutto il complesso delle tribune va riqualificato totalmente. Adesso stiamo valutando con la nuova giunta come procedere. Tutto questo esula dalla gestione ordinaria». «Conosciamo queste carenze e la necessità di una ristrutturazione», precisa l'assessore Angelo Gennaccaro, «Sport City ci aiuta a sopperire alla richiesta di campi, ma abbiamo intenzione di intervenire». La carta igienica e la chiusura dei cancelli di sicurezza, però, attengono alla gestione della coop. «I rotoli non li distribuiamo più, perché le società non riuscivano a sorvegliare i propri tesserati» continua Moretti. «Venivano gettati nelle turche intasandole e non possiamo chiamare lo spurgo ogni due giorni pagando 350 euro ad intervento. Il cancello, invece, è stato chiuso perché si sono registrati piccoli furti negli spogliatoi. Le società hanno le chiavi. In questo modo obblighiamo chiunque acceda a camminare lungo un percorso ben visibile».

Lo scontro si sposta anche sulle tariffe. Nel 2013 Unitalia depositò una interrogazione in Comune per capire come mai allo Sport City fossero superiori rispetto allo standard. Zanellato rincara la dose: «Paghiamo 15 euro l'ora per gli allenamenti e 40 l’ora per la partita. Per ogni match sono 120 euro, quando le tariffe comunali ne prevederebbero 40. Ci hanno spiegato che l'amministrazione aveva autorizzato la cooperativa a delle eccezioni». Gennaccaro prova a chiarire: «Sport City deve attenersi alle tariffe comunali stabilite con un promemoria del 2013 proprio per i campi di via Maso della Pieve, altrimenti rischia di perdere la concessione». Chiusura con Moretti: «Le cifre fornite da Sudtirolo Rugby non sono corrette. Pagano 15 euro l'ora per gli allenamenti e 30 per le partite che durano di norma due ore».













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