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Bolzano: alla scuola «Alex Langer» italiani e tedeschi assieme

Nella nuova elementare di Firmian si inaugura un modello didattico che prevede momenti d’incontro e progetti comuni


di Antonella Mattioli


BOLZANO. L’hanno intitolata ad Alex Langer, lo storico leader verde, famoso per le sue battaglie contro le gabbie etniche. Se è vero che un nome è una garanzia, allora ci sono buone possibilità che la scuola elementare, costruita dal Comune e inaugurata ieri nel quartiere Firmian in coincidenza con l’apertura dell’anno scolastico, sia l’inizio di una nuova stagione, non più basata su divisioni e muri.

L’edificio, in cui il grigio cupo dell’esterno si contrappone all’esplosione di luce e colori dell’interno, ospita tre prime, tre seconde e due terze. I bambini italiani sono 106, quelli tedeschi 60.

Bolzano: inaugurata la scuola Alex Langer, la prima per bimbi italiani e tedeschi

BOLZANO. Inaugurata nel quartiere Firmian la scuola elementare dedicata ad Alexander Langer, i leader ecologista massimo sostenitore della convivenza e del dialogo tra i gruppi linguistici in Alto Adige. Si tratta di un nuovo modello di scuola, per bambini italiani e tedeschi che condivideranno oltre alla mensa alcuni progetti comuni. Si tratta di un primo passo verso l'abbattimento dei muri. Video: Mattioli/Groppo

Lo spirito del nuovo modello lo spiega Heidi Niederkofler, preside dell’Istituto comprensivo in lingua tedesca Bolzano-Europa: «In città ci sono altri edifici in cui bambini italiani e tedeschi sono sotto lo stesso tetto. Il nostro obiettivo è di non essere solo vicini, ma di interagire per più di un terzo in attività comuni come la mensa, gli orari scolastici, progetti particolari, educazione motoria e all’ambiente, alla cittadinanza e iniziative che vanno negli orari pomeridiani extrascolastici. C’è stato un grosso lavoro da parte degli insegnanti, per creare un concetto che sia quello di avere due scuole in uno stesso edificio che non siano solo dei “vicini che si salutano educatamente”, ma che fanno attività assieme».

Quella che si gioca in questa scuola, circondata dai palazzoni di Firmian, è una sfida importante “battezzata” ieri oltre che dai vertici delle due sovrintendenze, dagli assessori provinciali alla scuola dei due gruppi Christian Tommasini e Philipp Achammer, oltre che dagli assessori comunali Judith Kofler Peintner, Luigi Gallo, Patrizia Trincanato, Chiara Pasquali.

«Questo è l’inizio di un cammino - dice Paolo Lorenzi, dirigente dell’istituto comprensivo in lingua italiana Bolzano II-Don Bosco, da cui dipende anche la Langer -: partiamo a piccoli passi. Noi vogliamo puntare sul concetto di interculturalità e in questa scuola di culture ce ne sono tante».

L’edificio, disegnato dall’architetto Matteo Scagnol, è concepito per favorire l’incontro dei bambini dei due gruppi. L’ingresso è lo stesso e anche la mensa è unica; le classi italiane e tedesche non sono divise per piani o settori ma sono un mix. Italiani e tedeschi avranno però la scuola nella propria madrelingua e con propri programmi.

Il modello, assolutamente innovativo della Langer, piace ai genitori. Yasmine Badiani, madrelingua tedesca lei, italiana il marito, Camilla l’ha iscritta qui: «Alla scuola tedesca, perché vivendo in una città italiana, voglio che impari bene anche il tedesco che è una lingua più difficile». Anche Ilaria Grienti, famiglia mistilingue, le gemelle Stella e Asia, le manda alla scuola tedesca: «Mi piace il progetto».

Una scelta fatta anche da una coppia macedone-croato, per Yasmine , 6 anni: «Anche la scuola materna l’ha fatta in tedesco», spiega la madre. «Alice mia nipote invece - dice Maria Grazia Bagatin - andrà alla scuola italiana». Così come Victoria Suarez Bargas, figlia di genitori boliviani, a Bolzano da nove anni.













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