BOLZANO

Bolzano, blitz in via Castel Flavon. Sgomberato lo Josefsheim

Operazione congiunta di polizia e carabinieri: chiuso ogni varco nell’edificio L’Ipes non ha ancora demolito l’ex studentato da anni al centro delle polemiche


di Alan Conti


BOLZANO. L’Ipes ne aveva previsto da tempo la demolizione, al massimo entro questa primavera. Il sindaco Renzo Caramaschi aveva parlato di «situazione insostenibile ed inaccettabile».

L’Ipes: abbatteremo il convitto occupato Il presidente: «Lavori a primavera: al suo posto un edificio con il 70% di anziani e il 30% di coppie giovani con bambini»

Eppure l’ex scuola professionale tedesca “St.Josef” (per tutti “Josefsheim”) in via Castel Flavon è ancora in piedi e continua ad essere rifugio per senzatetto e disperati. Ieri pomeriggio ad Aslago è andato in scena l’ennesimo sgombero dell’edificio con intervento congiunto da parte di carabinieri e polizia. Un’operazione decisa dopo le decine di segnalazioni arrivate nei giorni scorsi da parte dei residenti. Era presente anche la polizia municipale. Il «viavai» segnalato dagli abitanti, non ha avuto peraltro particolare riscontro. Nessuno, infatti, si trovava ieri pomeriggio all’interno dell’edificio.

Individuato, peraltro, un varco nel muro di cemento utilizzato dall’Ipes per impedire l’accesso alla struttura. Un buco sufficiente a consentire l’ingresso a diverse persone che hanno utilizzato lo Josefsheim come dormitorio di fortuna. I carabinieri, infatti, hanno trovato dei giacigli costruiti con cartoni e rifiuti abbandonati. Il tutto, ovviamente, è stato segnalato al Comune e alla Provincia che provvederanno, attraverso l’Ipes, a sistemare il muro chiudendo nuovamente ogni ingresso.

A più riprese, però, si sono visti sia i carabinieri sia i poliziotti intenti a rincorrere dei ragazzini minorenni per fermarli ed identificarli. Operazione riuscita dopo qualche affanno. I giovanissimi, però, non erano all’interno dello Josefsheim. Una volta viste le forze dell’ordine si sono dati alla fuga ma senza compiere reati. Inevitabile il controllo da parte delle forze dell’ordine.

La situazione, dunque, è parsa meno grave di quanto denunciato nelle telefonate dei residenti ma lo Josefsheim resta un problema ancora irrisolto. L’Ipes, infatti, ha già preparato il progetto di un condominio intergenerazionale da costruire al posto dell’ex convitto. Una casa con alloggi di 60/70 metri quadrati destinati al 70 per cento alle giovani coppie e al 30 per cento alle persone anziane. Nel progetto previste anche ampie aree per la socializzazione.

Non solo, il presidente dell’Ipes Heiner Schweigkofler aveva persino illustrato un sistema rivoluzionario di graduatorie «capace di premiare le persone impegnate nel volontariato con punti aggiuntivi». Tutto, però, ancora sulla carta.

Nella realtà in via Castel Flavon negli ultimi mesi non è cambiato nulla.













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