L’Ipes: abbatteremo il convitto occupato

Il presidente: «Lavori a primavera: al suo posto un edificio con il 70% di anziani e il 30% di coppie giovani con bambini»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Ne abbiamo parlato, nell’incontro di pochi giorni fa, con il sindaco Caramaschi e il vice Baur: partiamo subito con le procedure per l’abbattimento ed entro la primavera, quell’immobile sarà demolito». È la risposta del presidente dell’Ipes Heiner Schweigkofler agli abusivi che occupano l’ex convitto “Josefsheim” di via Castel Flavon, ad Aslago. Solo pochi giorni fa i vigili urbani l’avevano fatto sgomberare, ma la “tregua” è durata poco. Gli abusivi sono già tornati ad occupare lo stabile, usando due vecchie ringhiere come scala, per raggiungere i piani più alti.

Al posto del vecchio convitto, è prevista la realizzazione di 55 alloggi Ipes, perché non fate in contemporanea demolizione e avvio dei lavori?

«Sarebbe la procedura che si segue normalmente. In questo caso non è possibile: dobbiamo risolvere velocemente il problema degli abusivi. Anche perché se succede qualcosa, ne rispondo io come presidente dell’Ipes. Per quanto riguarda i nuovi alloggi siamo al progetto di massima: ciò significa che i lavori non partiranno prima della fine del 2017 o, più realisticamente, inizio 2018».

E non si può aspettare così tanto.

«Appunto. Per questo con il Comune abbiamo concordato di seguire due percorsi diversi: uno per la demolizione, l’altro per la ricostruzione. Non abbiamo alternative: nonostante si sia provveduto a murare tutti gli accessi, trovano il modo di entrare comunque. Esponendosi anche a dei pericoli».

I soldi per partire con i lavori del nuovo complesso sono stanziati?

«Sì. La Provincia ha stanziato 9 milioni di euro e l’obiettivo è quello di partire con un progetto innovativo che prevede la realizzazione di una casa multigenerazionale».

In concreto?

«Sarà un edificio con il 70% di persone anziane e il 30% di coppie giovani con bambini. In Germania, ad esempio, progetti di questo tipo si attuano con successo ormai da anni».

Anche in Alto Adige se ne parla per la verità da anni.

«Questa volta si fa sul serio: tanto che stiamo anche predisponendo le basi giuridiche per creare una graduatoria ad hoc».

E come funzionerà?

«Il volontariato che un richiedente avrà fatto nel corso della vita, verrà calcolato ai fini del punteggio: per quella casa in particolare cerchiamo coppie giovani disposte a dare una mano agli inquilini anziani e viceversa. Questa filosofia si rifletterà anche nella costruzione: ci saranno spazi comuni dove le persone della casa e del quartiere potranno incontrarsi».













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