Ambiente

Bolzano, c'è troppa plastica non riciclabile: «La raccolta va ripensata» 

I dati forniti da Seab: solo il 30 % del materiale plastico gettato nelle campane viene salvato. Il consigliere comunale Claudio Della Ratta: «Torniamo a raccogliere solo Pet e riduciamo la produzione degli altri componenti»



BOLZANO. È ancora tanta, troppa la plastica non riciclabile che finisce nelle campane per la raccolta differenziata. A dirlo sono i dati di Seab e sul problema interviene Claudio Della Ratta, consigliere comunale di Oltre. «La spinta a questa drammatica situazione – scrive – la diede nella consiliatura 2010-2015 un consiglio comunale che preso dalla “foga ambientalista” introdusse, nonostante la contrarietà dei tecnici e di Seab, l’obbligo di conferimento nelle campane azzurre di qualsiasi tipologia di plastica, confezioni delle merendine e vasetti di yogurt compresi, quando in precedenza la plastica (pura) raccolta si riferiva quasi esclusivamente a bottiglie e contenitori, ad esempio detersivi».

Solo una minima quantità della poca plastica raccolta, sulla base dei dati forniti dalla Seab ai consiglieri, pari al 43% del totale prodotto, viene poi effettivamente riciclata (il 57% viene direttamente conferito tra i rifiuti residui o abbandonato nell’ambiente). Oltre il 40% di quanto raccolto in maniera differenziata, va subito a scarto e portato all’inceneritore. Del restante 60% di quanto raccolto nelle campane, che viene inviato a Corepla (il Consorzio nazionale per la raccolta degli imballaggi in plastica), la metà viene poi posta a scarto da Corepla stessa (e inviata “a pagamento” all’estero per l’incenerimento) e solo l’altra metà viene effettivamente riutilizzata.

Ne deriva che di quello che conferiamo nelle campane azzurre della plastica, solo il 30% viene effettivamente riutilizzato. In sintesi, solo il 13% di tutta la plastica che giornalmente utilizziamo viene poi riciclata.

«Non si trova uno studio energetico, tra l’altro, che dimostri che il bilancio energetico del riutilizzo di questo 13% sia positivo», secondo Della Ratta, «Non vi è certezza che il consumo energetico necessario per riutilizzare questa plastica (e fare una lampada o una cassettina per ortaggi) non sia negativo, e si consumi più energia di quella che si risparmia.

Andrebbe innanzi tutto rivista la tipologia della raccolta della plastica, indirizzandola a bottiglie e contenitori, tornando alla raccolta differenziata solo per Pet (polietilentereftalato materiale sicuro, non tossico, resistente, flessibile e riciclabile al 100%, trasformabile ripetutamente, ovvero la plastica più utilizzata per l’imbottigliamento), chiedendo il conferimento della restante plastica nel residuo (considerato che questo è il luogo di destinazione di oltre il 70% del raccolto cernito dagli operatori).

Di “rifiuto zero” si potrà forse parlare solo quando alla fonte sarà possibile rinunciare alla plastica. Ogni anno nel mondo 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare, ma riciclare, purtroppo, non è la soluzione: dobbiamo produrre e utilizzare meno plastica».













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