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Bolzano: capitale del disagio giovanile

Costo della vita, casa, disoccupazione, immigrazione: i problemi più sentiti dai ragazzi della città rispetto alla periferia



BOLZANO. ll costo della vita, la difficoltà a trovare casa, la disoccupazione, la criminalità, il razzismo da una parte e l’immigrazione dall’altra, l’inquinamento: ci sono emergenze più sentite dai giovani altoatesini. E gli stessi ragazzi hanno una geografia molto chiara in mente. Vivere a Bolzano fa la differenza. In negativo. Con punte percentuali anche del doppio. È la versione del «disagio» attraverso l’esperienza dei ragazzi. Che senza cautele politiche, vanno al cuore delle difficoltà. È uno degli spaccati forti emersi dalla indagine Astat sui giovani (12-25 anni) presentata mercoledì dagli assessori Christian Tommasini, Waltraud Deeg, Philipp Achammer e Florian Mussner, insieme a Timon Gärtner e Stefano Lombardo dell'Astat. Era una indagine importante, poiché l’ultima sull’universo giovanile risaliva al 2009. Ma è diventata scomoda. Attorno alla sua pubblicazione si è innescato nei mesi scorsi un gioco al rinvio, soprattutto da parte degli uffici italiani, che ha provocato frizioni tra i soggetti coinvolti nei lavori. Le interviste ai 1.814 giovani altoatesini sono state effettuate nell’estate del 2016. La pubblicazione era programmata per gennaio 2017. Di rinvio in rinvio, si è arrivati a metà ottobre. Tra i dati scomodi presenti nell’indagine, la seconda lingua confinata all’ultimo posto nella graduatoria di interesse degli studenti (insieme a matematica e informatica). E, appunto, Bolzano dove i problemi si impennano, secondo i ragazzi.

L’allarme più forte lanciato dai giovani riguarda il costo della vita, considerato un problema per il 43% dei bolzanini , rispetto al 23% dei giovani degli altri comuni. E poi c’è il problema casa, vissuto dal 28 dei bolzanini (21% gli altri), la mancanza di posti di lavoro (28% contro 19%), la povertà crescente (16% contro 8%), la criminalità (24% contro 9%) e le dipendenze (19% contro 9,0%), gli aspetti ambientalistici, come il traffico (14% contro 10%), l’insufficiente tutela della natura (11% contro 7%) e l’impatto causato da grandi infrastrutture (12% contro 6%).













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