COMUNE

Bolzano: corsa a sindaco, il Pd corteggia Lilli Gruber

Il partito alla ricerca di un candidato donna. La giornalista però declina: «Mi spiace, ma non ho tempo». E spunta la Pompili


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Ci sono due donne all'orizzonte del Pd in queste lunghe notti di quiete prima della tempesta (elettorale). Probabili, possibili o impossibili candidate sindaco. Una aveva già detto no cinque anni fa e probabilmente lo dirà ancora, ed è Lilli Gruber. L'altra , altrettanto probabilmente, ci sta invece pensando ed è Maria Serena Pompili. Il primo nome era sulla bocca di molti all'ultima riunione del circolo in Piazza Domenicani. «Stiamo cercando il papa nero», questo il mantra. Nel senso: si sta cercando una figura proveniente da altri mondi, capace di attirare gli stanchi, di solleticare gli indecisi e di essere conosciuta anche da chi non legge di politica. O una papessa. Perché sarebbe la prima sindaca di Bolzano.

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«Penso che la chiameremo in questi giorni - ha detto un candidato alle scorse comunali - , Lilli darebbe una bella scossa...». L'altro nome è stato già al centro di molte "riflessioni" (come le chiamano) in ambiti vicini al Geis, il gruppo ecclesiale da cui uscì dieci anni fa il nome di Spagnolli. Riflessioni confermate da un democratico spesso presente agli incontri. Ma su Maria Serena Pompili stanno concentrandosi le attenzioni di altri settori del Pd, impegnati a trovare una figura che possa costituire un punto di mediazione e di equilibrio tra maggioranza e minoranza. E pure in grado di attrarre elettori del centrodestra delusi, vista l'esperienza del viceprefetto come commissario al Comune di Bolzano e il suo riconosciuto equilibrio istituzionale. Poi ci sono, ma un gradino più in basso, gli interni. Tutti gli interni, per ora. Tra i quali emergono in questi giorni Sandro Repetto e , subito dopo, Chiara Pasquali. Anche Francesco Palermo, molto titubante, ha i suoi sponsor. Poi quelli di area come Claudio Corrarati del Cna. Si allontana l'ipotesi di Alberto Zocchi: l'avvocato punta a un seggio al Tar. Ma il sogno resta Lilli. La prospettiva, per il Pd, è che lo resti. «No, non mi hanno ancora chiamato», dice Dietlinde Gruber da Roma. È in un momento di pausa. Ha appena concluso la riunione mattutina di "Otto e mezzo", tra poco tornerà a La 7 per quella conclusiva, prima della trasmissione. Ma lo faranno... «Padroni - dice la giornalista ex parlamentare europea - ma ora sono troppo impegnata con il mio lavoro». Ma che ne pensa? «Quello che penso ora è che non ci penso proprio...». E aggiunge: zFare il sindaco è il lavoro più faticoso per chi decide di fare politica. Non c'è paragone tra il suo impegno e quello, per dire, di un parlamentare». E dunque? «Dunque auguri». Questo è quello che dice Lilli in data 16 ottobre. Ma da qui a maggio... «Da qui a maggio magari qualcuno ci proverà a farle cambiare idea», sussurra Pietro Calò.

Per Maria Serena Pompili il fronte favorevole è variegato. Va da Elio Cirimbelli all'area molto vicina all'attuale segreteria. Anche se pure nella segreteria ci sono alcuni membri (Carlo Bassetti) che forse stanno pensando di impegnarsi in una possibile candidatura. Serena Pompili è attualmente viceprefetto. «Il rischio per un candidato esterno - hanno detto in molti l'altra sera al Pd - è che sia sì attrattivo per molti elettori nuovi ma che poi non abbia esperienza amministrativa». Su questa falsariga, a contrario, il profilo della Pompili potrebbe conciliare le due esigenze. Nel Pd le riunioni si susseguono. Le più sono riservate. Quasi tutte sono telefoniche. Nel senso che il livello del colloquio per ora è a due.

Ma già emergono due esigenze. Quella di chi vorrebbe prima definire una volta per tutte e nel dettaglio almeno tre-quattro punti irrinunciabili del programma (Benko sì o no, aeroporto, infrastrutture, sicurezza) e su questi disegnare, soprattutto all'interno, un candidato in grado di esprimerli; e quella che tenderebbe a pensare a una figura, soprattutto esterna, capace di convogliare consensi per poi costruire intorno a lei una squadra. «Ma prima prima - chiarisce ancora Repetto - sarebbe bene sapere se la Svp andrà sola o sarebbe ancora disposta ad una intesa preelettorale con noi. E, in sottordine, se blindarsi con la sinistra o ricostruire una civica a noi vicina. Naturalmente su altre basi rispetto a questa ultima...». Il collettore delle riflessioni elettorali, Carlo Costa, per adesso tace. Si dice che gli giungano molte richiesta di "disponibilità" ma la sua linea resta: prima i programmi e le intese, poi il resto. "E' ancora presto" ripete. In effetti lo è.













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