Bolzano: donna incinta perde il bimbo, indagata la ginecologa

Inchiesta della Procura, la tragedia al nono mese. La difesa: «Una disgrazia, nessuna negligenza»


Susanna Petrone


BOLZANO. Poche settimane e sarebbe nato il loro bambino. Ma poi la corsa in ospedale, il parto indotto, la morte del piccolo. La coppia ha infine deciso di presentare un esposto contro la ginecologa che aveva visitato la donna. Prossima settimana un perito deciderà se si poteva evitare la tragedia. Siamo a gennaio. Una coppia di bolzanini è in attesa del primo figlio. Tutto è pronto, la cameretta, i vestitini, i giocattoli. Ma a poche settimane dalla data fissata la donna, una trentenne, si sente poco bene e ha la sensazione che il suo piccolo scalci meno del solito. Immediatamente la donna, accompagnata dal marito, decide di fare un controllo presso l'ospedale San Maurizio di Bolzano. Al pronto soccorso mandano la futura madre al reparto di ostetricia dove l'attende la ginecologa che quel giorno è di turno. Vengono effettuati tutti gli esami di routine: battito cardiaco del bambino, le condizioni di salute generali della madre. Sembra che sia tutto in regola. Nulla da preoccuparsi. La donna viene tranquillizzata e mandata a casa. Tanto tra poche settimane metterà al mondo il suo bambino. Nella notte, però, la donna riprende a stare male. Non solo: il suo piccolo, cresciuto dentro di lei per oltre otto mesi, non si sente più. La coppia corre in ospedale, è preoccupata, chiede di ripetere gli esami. Poi succede quello che una donna incinta non vorrebbe mai sentirsi dire: il cuore del piccolo non batte più. E' morto. Iniziano le doglie. La donna dovrà partorire il suo bambino, consapevole che nascerà morto. Sono momenti drammatici, momenti fatti di disperazione. Secondo la cartella clinica di quella notte il piccolo è nato con il cordone ombelicale attorno al collo. Ma la coppia vuole vederci chiaro. Viene presentato un esposto in Procura. Il sostituto procuratore Axel Bisignano apre un'indagine e fa sequestrare la cartella clinica. Per il momento viene iscritta sul registro degli indagati la ginecologa che visitò la donna incinta il giorno prima della tragedia. Prossima settimana invece avrà luogo l'incidente probatorio davanti al giudice Carlo Busato, che darà l'incarico ad un perito di Bologna di verificare l'intera documentazione. L'esperto dovrà infine chiarire se dai primi accertamenti si poteva appurare l'insofferenza fetale o meno. La coppia si è costituita parte civile e si è rivolta agli avvocati Alberto Valenti e Nicola Nettis. I legali sono tranquilli: «La famiglia - precisa Nettis - vuole solo capire cosa è successo al proprio bambino. Vuole che vengano accertati i fatti. Si tratta di una tragedia per la quale loro giustamente pretendono di avere una spiegazione». E' sereno anche l'avvocato Beniamino Migliucci, che difende la ginecologa indagata: «La mia cliente ritiene di avere seguito tutte le procedure necessarie. Siamo tranquilli. Purtroppo il piccolo aveva il cordone ombelicale attorno al collo quando è nato. Una disgrazia». L'avvocato Migliucci nominerà un consulente per la difesa.

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