Ambiente

Bolzano, ecco il nuovo Parco bioenergetico

Si trova lungo l’Isarco tra ponte Roma e via Bassano. Un’area pensata per valorizzare il potenziale “terapeutico” del verde pubblico cittadino. La nuova tecnica del «Bioenergetic Landscapes» consente di rilevare le frequenze generate dagli alberi che hanno effetti benefici sul corpo



BOLZANO. A mettersi lì in mezzo, tra l’Ulmus e l’Acer palmatum, si inizia ad avvertire qualcosa dopo almeno cinque minuti. Non meno. Se sai ascoltare. Invece, tra il Cedrus deodara e il Pinus strobus c’è magari da attendere qualche tempo in più. Certo, occorre non avere fretta. E se non si riesce la prima volta, ad avvertire un certo campo elettromagnetico, si consiglia di riprovarci. Non una, più volte. Più sono e meglio è.

Si rischia di fare la conoscenza anche della Tilia vulgaris o del Fagus sylvatica purpurea. E, a un certo punto, c’è chi avvertirà una impellente esigenza di abbracciare uno di questi alberi. Si chiama «treehugging» nel solito inglese, ed è stato sperimentato che questo tipo di pratica può produrre notevoli benefici sul corpo umano.

Eccola, tra ponte Roma e via Bassano del Grappa, sul bordo dei prati lungo l’Isarco, questa miniera di benessere, capace di attrarre su di se degli influssi che fanno il bene nostro e della natura stessa.

Il nuovo Parco bionergetico di Bolzano

Lungo l’Isarco tra ponte Roma e via Bassano una nuova area pensata per valorizzare il potenziale “terapeutico” del verde pubblico cittadino. La nuova tecnica del «Bioenergetic Landscapes» consente di rilevarele frequenze generate dagli alberi che hanno effetti benefici sul corpo

Così, dopo aver rilevato che proprio lì si erano formati campi bio-elettromagnetici che neanche in una clinica della salute, il Comune ha fatto nascere il parco bioenergetico. Un modo, hanno spiegato i tecnici della giardineria, in grado di valorizzare tutto il potenziale terapeutico del verde pubblico. Che è tanto, a Bolzano. Che fa bene comunque. Anche solo a guardarlo e a passeggiarci . Ma che in quel luogo, per via della tipologia delle piante esistenti e per quelle piantate successivamente, dopo attenti studi sulla loro capacità di essere vettori di benessere, è risultato essere una fonte di salute per il corpo e lo spirito.

«Quando un albero viene attraversato da una linea elettromagnetica nella biosfera - hanno spiegato Katia Zanoner e Marco Nieri, la prima tecnico della giardineria, il secondo esperto a livello internazionale e responsabile del Bioenergetic landscapes laboratory - l’informazione energetica nella pianta viene amplificata e diffusa su una grande superficie, fino a diversi metri di distanza». Creando, appunto un’area bioenergetica.

La sosta in questi luoghi fortunati è molto utile per il nostro benessere. Quanto più a lungo poi, si può prolungare lo stazionamento, quanto maggiore sarà il beneficio per l’organismo. È proprio nel tratto verde tra via Bassano e il ponte Roma che sono stati individuati almeno una trentina di alberi in grado di creare queste «zone bioenergetiche».

Per i bolzanini una grande opportunità per sperimentare opportunità tutte naturali. Per Bolzano, come hanno auspicato Luis Walcher, il vicesindaco, e l’assessora Chiara Rabini intervenuti ieri all’inaugurazione della nuova infrastruttura verde,«la possibilità di valorizzare ulteriormente anche l’attrattività del capoluogo sul piano turistico». Tanto che la stessa Azienda di soggiorno e l’associazione Four You, molto attiva nel quadrante dei quartieri, hanno mostrato un opuscolo informativo che sarà distribuito in migliaia di copie per promuovere il nuovo parco. Che è grande. E molto. Oltre 14 mila metri quadri, con 160 alberature rilevate.

Complessivamente, lungo questo percorso a fianco dell’Isarco, sono presenti 23 aree bioenergetiche, di cui 15 individuate sull’esistente e otto create ex novo con la messa a dimora di nuove piante. Costo dell’operazione: oltre 39 mila euro. Benefici: incalcolabili. Nel senso che ognuno potrà valutare il livello dei suoi. Oppure verificare in quale quadrante del proprio organismo questo benessere sarà più avvertibile. Perché, a disposizione nei cartelli illustrativi, sono anche indicati gli organi che possono essere più o meno influenzati dalla vicinanza con i campi elettromagnetici di ciascun albero. Perché quello del Pinus sarà diverso da quello del Cedrus e invece l’Ulmus farà meglio a te che a me. O viceversa.

Insomma, ognuno potrà verificare quale sarà la propria pianta gemella, l’altra metà della mela, capace di farlo star meglio. E se non ci riesce subito, resta sempre la possibilità di abbracciarla, la pianta. E vedere l’effetto che fa.













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