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Bolzano, i dirigenti Asl Tait e Balduzzi condannati a risarcire 60 mila euro

Sono stati sanzionati dalla Corte dei Conti. I due avevano conferito un incarico ad un ex dipendente del Comprensorio di Bolzano che era andato anticipatamente in pensione



BOLZANO. Attraverso il proprio direttore generale, L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige rende noto che i vertici comprensoriali Umberto Tait e Sabrina Balduzzi sono stati condannati dalla Corte dei Conti.

Il danno contestato dalla Procura della Corte dei Conti nei confronti del direttore del Comprensorio di Bolzano e della direttrice della Ripartizione Personale del medesimo nasce dal conferimento di un incarico ad un ex dipendente del Comprensorio di Bolzano, cessato volontariamente dal servizio per pensionamento anticipato di anzianità, tramite la stipula di un contratto di somministrazione con un’agenzia di lavoro interinale.

Tale contratto è stato sanzionato da nullità perché l’attività svolta da questo ex dipendente è consistita nell’esercizio di funzioni direttive presso l’Ufficio pensioni del Comprensorio, in violazione delle disposizioni normative che stabilivano il divieto di conferire incarichi di consulenza, collaborazione, studio e ricerca da parte dell’amministrazione di appartenenza ai dipendenti cessati volontariamente dal servizio non aventi il requisito per il pensionamento di vecchiaia ma quello per la pensione anticipata di anzianità.

Il direttore generale AslThomas Schael esprima piena fiducia nell’operato dei vertici comprensoriali di Bolzano e in particolare del direttore Tait che da 10 anni gestisce il più grande Comprensorio sanitario dell’Alto Adige. "Tutti i vertici amministrativi sono continuamente esposti al rischio di possibili errori anche a causa della molteplicità e complessità delle norme da implementare".

Gli interessati avevano in merito dedotto che il ricorso al contratto di somministrazione era stato dovuto ad una situazione contingente ed imprevedibile nonché per garantire il regolare svolgimento di una importante attività istituzionale in assenza di figure professionali dotate delle necessarie competenze e che la scelta di rivolgersi ad un’agenzia interinale, invece di conferire direttamente l’incarico, era stata dovuta a ragioni di trasparenza ed al fine di consentire una scelta più ampia.

Tale presa di posizione non è stata tuttavia accolta dai giudici contabili a detta dei quali le dedotte esigenze organizzative, a seguito dell’avvenuta soppressione dell’Ufficio pensioni, non avevano tuttavia il carattere di “indifferibilità”, potendo sopperire alla situazione lamentata dai due dirigenti mediante l’opportuno affiancamento di personale addetto all’Ufficio pensioni.

Vista l’insussistenza di alcune reali “emergenze” indifferibili per l’organizzazione dell'ufficio, che secondo la Corte dei Conti sia la direzione del Personale come quella del Comprensorio avrebbero potuto affrontare con mezzi ben diversi dal ricorso ad un contratto non in linea con le normative di legge, Tait e la Balduzzi sono stati chiamati a risarcire i danni determinati dall’illegittimità della loro scelta anche con sentenza di secondo grado.

In occasione di un colloquio avvenuto mercoledì 6 luglio 2016 il direttore Tait ha riconfermato al Ddrettore generale che il suo operato è stato compiuto nell’interesse dell’Azienda per garantire la continuità dei servizi.

Con la sentenza nr. 233/2016 d.d. 17.06.2016 - resa dalla Sezione III Centrale della Corte dei Conti sull’appello proposto da Umberto Tait e Sabrina Balduzzi contro la sentenza nr. 22/2013 della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Regione Trentino Alto Adige – i due dirigenti del Comprensorio sanitario di Bolzano sono stati condannati in via definitiva al pagamento dell’importo complessivo di 60.507,95 euro (ripartiti al 70% per il primo e al 30% per la seconda), oltre alla rivalutazione monetaria a decorrere dalla liquidazione dell’ultima fattura, agli interessi legali ed alle spese di entrambi i gradi di giudizio.













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