IL CASO

Bolzano, il sindaco Caramaschi “congela” lupa e leone 

La ricollocazione è slittata a dopo il 4 novembre «per non offendere nessuno»



BOLZANO. Tornano a casa la lupa e il leone. Ma non subito: presto. Il sindaco aveva promesso: «Li rimetto al loro posto dopo le elezioni provinciali». Voleva evitare strumentalizzazioni, Caramaschi. Ma per la stessa ragione aspetterà ancora qualche giorno: «Sarà dopo il 4 novembre».

Lo ha deciso per una considerazione legata alla sensibilità ambientale. Il centenario della Grande guerra e dunque, visto dalla parte dei sudtirolesi, non un anniversario da celebrare ma da rimeditare, come sarebbe giusto anche da parte italiana, è una scadenza che potrebbe enfatizzare una ricollocazione legata ad un monumento ancora al centro di diverse percezioni, per usare un eufemismo.

In sostanza, Caramaschi e la sua giunta, vogliono che il ritorno delle due sculture sia visto nella giusta ottica che è quella di una ricomposizione dell'insieme architettonico della piazza, di cui lupa, leone e i due piloni che li sostengono, costituiscono la connessione tra la piazza della città nuova e lo sguardo oltre il ponte, verso la città vecchia.

È l'elemento urbano su cui il sindaco ha sempre insistito, fin dai tempi della sua decisione di restaurare le sculture originali: «Faccio questo non per nostalgia ma perché gli insiemi storici vanno conservati. Farei così con altre architetture del ventennio ma pure con tutte le altre che riguardano la città com'era».

Infatti, sempre in quel quadrante molto centrale, il municipio ha avviato le operazioni per far ritrovare il loro splendore originario alle balaustre che corrono prima e dopo il ponte, fino in via Rosmini. Sono pietre di età asburgica e furono posate in contemporanea con la consegna del ponte Talvera alla città. Per la stessa ragione il medesimo ponte venne conservato così com'era anche in occasione dei grandi lavori di ristrutturazione cui fu sottoposto: una parte di città chiedeva un manufatto contemporaneo ma prevalse la posizione conservativa.

Insomma, il senso anche della ricollocazione è quello di mantenere il rapporto ormai ottantennale tra architetture razionaliste e di regime e interventi classici del secolo prima, in una sorta di dialogo tra la Bolzano nuova e quella vecchia, l'italiana e la gotica.

In questi giorni, infine, si sono conclusi nei tempi previsti i lavori di restauro strutturale degli alti piloni di cemento che hanno sempre sostenuto lupa e leone. Liberati dai ponteggi, ora tutto è pronto per la ricollocazione. Il giorno non è ancora stato fissato ma sarà dopo il 4 novembre. (pc)

 













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