il progetto

Bolzano, l’ex inceneritore smantellato entro fine anno

Sull’area la Provincia vuole realizzare una centrale di produzione dell’idrogeno, ma il Comune aveva altri progetti 



BOLZANO. L’ex inceneritore scomparirà tra pochi mesi dal paesaggio di Bolzano Sud. Sono iniziati gli attesi lavori di smantallamento dell’impianto.

Le ditte vincitrici dell’appalto hanno avviato il cantiere interno, per spostarsi nei giorni scorsi all’esterno. Il termine dei lavori è previsto alla fine dell’anno.

Un accordo di sei anni fa, all’epoca del commissario Michele Penta, stabilì la cessione dell’area dal Comune alla Provincia, in cambio del finanziamento provinciale della messa in sicurezza ambientale. Sull’utilizzo futuro del terreno si è acceso un dibattito tra le due amministrazioni.

Liberata l’area, l’assessore Daniel Alfreider ha prospettato al Comune il progetto di una centrale di produzione dell’idrogeno. Ma l’amministrazione comunale avrebbe valutato altre opzioni, tra cui affidare una porzione dell’area alla Seab per ampliare l’attuale centro logistico dei camion (parcheggio e officina). In Provincia si chiedono se il Comune possa decidere in autonomia su un terreno ormai provinciale.

L’assessore all’Ambiente Giuliano Vettorato ne ha parlato di recente con il sindaco Renzo Caramaschi, che riferisce: «Si sta cercando di capire se la centrale ad idrogeno potrebbe coesistere con il centro logistico della Seab».

Si tratterebbe di una sistemazione provvisoria. A nord del termovalorizzatore è prevista la costruzione della nuova sede Seab.

Lo smantellamento La gara provinciale per la rimozione del vecchio inceneritore è stata vinta con 2,7 milioni di euro dall’associazione temporanea di imprese costituita dalla lombarda Vitali Spa con la Erdbau di Sinigo.

La fase iniziale dei lavori, riferisce l’ingegnere Marco Springhetti (ufficio provinciale Infrastrutture per le telecomunicazioni) si è concentrata nello smantellamento delle coibentazioni interne. In questi giorni è iniziata la demolizione degli impianti esterni.

Un intervento complesso, ricorda Springhetti: «Si tratta di una decostruzione. L’impianto verrà smontato pezzo a pezzo, selezionando il materiale, per arrivare alla demolizione delle strutture in calcestruzzo. Tra le fasi più delicate, quella che riguarderà l’imponente camino, che si trova tra la A22 e il nuovo termovalorizzatore. Impossibile la demolizione, per motivi di sicurezza, arriverà una macchina speciale che lo “mangerà” dall’alto».

la bonifica finale del terreno? Non ci sarà una bonifica, ma una messa in sicurezza dell’area, riferisce Springhetti: «Durante la fase progettuale sono state effettuate le analisi sul terreno, da cui è emerso un quadro rassicurante sull’inquinamento. Sono state individuate fibre di amianto, giudicate non pericolose».

Il materiale verrà smaltito con linee dedicate, prosegue Springhetti, «ma è stato deciso di procedere con una messa in sicurezza, non con una bonifica». Il grande piazzale, liberato dall’ex inceneritore, verrà asfaltato per sigillare il terreno ed evitare l’uscita di percolato. 

La Provincia ha deciso di scommettere sull’idrogeno all’interno delle politiche sulla mobilità sostenibile. Si punta sull’idrogeno sia per il «consumo» interno, l’alimentazione dei bus, sia come elemento caratterizzante del corridoio del Brennero. Questo è uno degli scenari proposti per il rinnovo della concessione dell’Autobrennero.

Una delle prime misure concrete sostenute con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è la messa a disposizione da parte del ministero delle Infrastrutture di fondi per l’acquisto di autobus ecologici (alimentazione a idrogeno, metano ed elettrica).

Nel 2014 venne inaugurato a Bolzano Sud il primo impianto per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno. Alfreider ha presentato di recente al Comune l’ipotesi di un secondo impianto, da realizzare appunto sul sito dell’ex inceneritore. Verrebbe destinato principalmente al rifornimento dei bus della Sasa. 

L’impianto di produzione e stoccaggio dell’idrogeno verrebbe alimentato dall’energia elettrica prodotta dal nuovo termovalorizzatore. L’obiettivo è ottenere energia pulita a costi ridotti.

Il progetto si caratterizzerebbe come un Seu (Sistema efficiente di utenza), impianto di produzione energetica che può contare su consistenti benefici fiscali perché attinge all’energia rinnovabile in eccesso prodotta da un impianto confinante. Ecco perché la Provincia ha bisogno proprio di quel terreno, ora di sua proprietà, e deve fare chiarezza con il Comune su eventuali impegni presi con Seab o altre società partecipate. FR.G. 













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