Bolzano: l'inceneritore è già in piedi

Terminato per dicembre 2012, in esercizio a maggio 2013


Davide Pasquali


BOLZANO. Nuovo termovalorizzatore per i rifiuti residui: nonostante un notevole contrattempo tecnico nel corso dell'estate, il cantiere procede a ritmo spedito e la struttura è ormai in piedi. Ad aprile si terminerà di erigere le opere murarie, poi sarà la volta dei complessi impianti tecnologici, il cui montaggio durerà un anno e mezzo e impegnerà in cantiere fino a 250 operai contemporaneamente. Il nuovo inceneritore sarà pronto a fine 2012 e verrà gradualmente messo in funzione nel corso del 2013, in concomitanza con lo spegnimento del vecchio impianto. Secondo i tecnici provinciali, ogni anno potrà bruciare fino a 130.000 tonnellate di rifiuti residui (esclusivamente altoatesini), permetterà di chiudere diverse discariche nelle valli periferiche e inquinerà un decimo rispetto ai limiti imposti per legge. Soprattutto, però, produrrà energia elettrica per 3.000 famiglie e calore per riscaldare 5.500 alloggi. Il nuovo termovalorizzatore, a ben vedere, sarà il simbolo della Bolzano futura. Nel bene o nel male, chiunque arrivi da sud percorrendo l'A22 già oggi nota la sua mole, decisamente più imponente rispetto a quella di tutte le aziende e le torri attualmente in costruzione in zona produttiva. Avrà un fronte di 180 metri, il capannone principale si eleverà per 47 metri e il camino principale supererà i 60 metri di altezza.  Giovedì in cantiere si è tenuto un vertice tecnico per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori, portati avanti da un'associazione temporanea di imprese di cui fanno parte alcune delle maggiori aziende altoatesine di costruzioni edilizie: Atzwanger, Ladurner, Hafner, Oberosler, Wipptaler, Seeste, Stahlbau Pichler.  «I lavori sono iniziati il 10 dicembre del 2008. Per ora siamo nei tempi previsti», chiarisce l'ingegner Valentino Pagani, direttore della Ripartizione provinciale infrastrutture. «E questo nonostante un notevole ostacolo incontrato all'inizio di luglio». I lavori infatti sono stati rallentati dal rinvenimento di «8.500 tonnellate di rifiuti iperpericolosi sotterrati, non prevedibili in fase progettuale. Li si è dovuti smaltire, trasportandoli in discariche speciali, in Germania». Attualmente, in cantiere sono giornalmente impegnati dai 50 ai 60 operai, che però saliranno addirittura a 250 a partire dalla primavera. «Terminate le opere murarie - prosegue - cominceremo il montaggio delle dotazioni tecnologiche. Si proseguirà per un anno e mezzo». Si tratta infatti di un impianto assai complesso, come dimostrano le cifre: dei 117,9 milioni di euro necessari alla sua costruzione, la metà sono da ascrivere proprio alle sole dotazioni tecnologiche.  I funzionari provinciali preferiscono non entrare nelle questioni politiche sull'opportunità o meno di realizzare l'impianto, ma tengono a sottolineare che oramai i lavori sono avviati «ed è ora di parlare dei tanti aspetti positivi». Intanto, spiega Pagani, «la struttura è quanto di meglio esista oggi in Italia. Impianti simili sono in esercizio solo a Padova e Forlì. Qualunque processo di combustione implica dei residui, ma questo inceneritore permetterà emissioni inquinanti pari a un decimo del limite imposto per legge. Possiamo tranquillamente affermare che il coefficiente di sicurezza è alquanto elevato». Oggi in provincia non si bruciano tutti i rifiuti residui, «perché l'attuale inceneritore di Bolzano ha una capacità annua di sole novantamila tonnellate. Il nuovo impianto potrà bruciarne 40mila in più. L'obiettivo è chiudere tutte le discariche di stoccaggio rifiuti residui, come in Pusteria».  Grazie alla raccolta differenziata si dovrà riuscire a diminuire il più possibile la quota di rifiuti residui. Il resto verrà bruciato su una griglia ad una temperatura di circa 1.050 gradi centigradi. Nel forno e nella caldaia il calore riscalderà l'acqua contenuta in fasci tubieri, producendo vapore. Vapore che tramite turbina e successivo generatore verrà trasformato in energia elettrica (12 Megawatt; servirà circa 3.000 alloggi). Il vapore a bassa pressione, uscendo dalla turbina, verrà convogliato in uno scambiatore di calore, per essere sfruttato nella rete di teleriscaldamento (28 Megawatt, servirà circa 5.500 alloggi). Anche l'intero ospedale San Maurizio sarà teleriscaldato dal nuovo inceneritore.

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