I RITARDI DELLA BUROCRAZIA

Bolzano, l'Inps è in ferieSalta l'assegno ai disoccupati



BOLZANO. Il sussidio mobilità ritarda di almeno 10 giorni, frenato dalla sede centrale Inps per via di ferie, conguaglio fiscale e chiusura di bilancio. E così, per chi già vive la sfortuna di essere senza lavoro, le difficoltà si moltiplicano. «Dura campare con 800 euro al mese, se poi arrivano in ritardo...».
 Numerose le proteste pervenute ieri al nostro giornale per lo slittamento dell’accredito dell’assegno in aiuto agli iscritti delle liste di mobilità dell’Inps. Un ritardo che ha spiazzato chi conta su questa cifra, in mancanza di un lavoro, per le spese e il vivere quotidiano. «In genere - raccontano i tanti bolzanini in mobilità, sul conto corrente bancario arrivano i soldi tra il giorno 8 e 10 del mese, ma stavolta non è accaduto nulla. Così siamo andati agli uffici Inps di piazza Domenicani, dove gli impiegati hanno confermato il ritardo adducendo a motivi tecnici e burocratici». La cifra erogata oscilla secondo gli anni di iscrizione alla lista di mobilità: «Siamo tra gli 850 euro di chi è al primo anno e i 650 di chi ha raggiunto il terzo: soldi che non permettono di mettere via nulla per il mese dopo, ammesso di arrivare alla scadenza con ancora qualcosa in tasca». Il problema è che questo accredito non potrà arrivare in tempi brevi: «Mi è stato comunicato che non li vedremo sul conto prima del 22 perché il pagamento partiva proprio lunedì. Non si pensa a chi rimane senza un soldo in tasca, a chi deve pagare l’affitto e chi con questo sussidio vive? Non è così semplice, con certe cifre, traslare i pagamenti di una decina di giorni. Non a caso ieri agli uffici dell’Inps c’erano decine di persone a chiedere lumi».
 Che lo slittamento sia un dato di fatto lo conferma anche Cinzia Margotti, capo dell’ufficio aiuti al reddito dell’Inps, che, però, declina ogni responsabilità. «I sussidi partono ogni primo martedì o giovedì del mese. A gennaio, però, c’erano le ferie, ma soprattutto è stato chiuso il bilancio dell’Inps e l’ente era alle prese con il conguaglio fiscale, imposto dallo Stato, che tutti, logicamente, devono effettuare. A questo punto la direzione generale ha bloccato tutto e ieri è stato il primo giorno utile per far partire i pagamenti e ci siamo attivati immediatamente. Non solo, il 4 e il 7 gennaio le mie impiegate erano regolarmente in ufficio per tentare di far partire i sussidi». Le responsabilità, dunque, non vanno cercate in piazza Domenicani: «I soldi arrivano dalla direzione generale, noi non possiamo fare tutto da soli. Intanto li abbiamo fatti partire tutti e non so se anche le altre realtà italiane sono riuscite a centrare questo risultato».
 La precisazione sulle responsabilità, però, non cambia il dato di fatto che i soldi arriveranno con una decina di giorni in ritardo: «Dipende dai tempi delle banche perché i soldi non li possiamo dare direttamente in mano - risponde Margotti - ma è chiaro che verosimilmente la data sarà quella. Preciserei, comunque, che nei nostri uffici ieri è entrata solo una persona a chiedere informazioni, le ha ottenute, e tutta questa ressa non si è vista assolutamente. Non capisco perché tutti siano subito pronti a puntare il dito contro l’ente e nessuno, per esempio, va a chiedere lumi sul perché siano necessari tutti questi giorni alle banche per far arrivare i soldi sul conto».
 Bilancio, conguaglio fiscale, tecnicismi bancari, decisioni delle direzioni generali: a chi vive con 650 euro il mese, forse, interesserebbe solo riceverli in modo regolare













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