SCONTRO SUL CAPOLUOGO

Bolzano, la Caritas costretta a licenziare per i tagli al welfare

Eliminati due posti di lavoro e ridotti i servizi di assistenza ai poveri



IL SONDAGGIO Bolzano Cenerentola dell'Alto Adige?

BOLZANO. Gli effetti dei tagli al sociale. La fondazione Odar della Caritas ha eliminato due posti di lavoro e ridotto le prestazioni in due servizi: Casa Migrantes e «La Sosta», la struttura per senza fissa dimora in via Renon. Così niente più pranzo il sabato per gli homeless, annunciano i direttori di Caritas Heiner Schweigkofler e Mauro Randi.
 Il Comune è impegnato nella trattativa con la Provincia per recuperare una parte del milione e mezzo di euro che manca all’appello per le politiche sociali nel 2010. L’assessore Richard Theiner la scorsa settimana ha annunciato: «Non arriveranno altri fondi». I problemi del Comune toccano direttamente la Caritas, ricordano Schweigkofler e il direttore della Caritas sezione italiana Mauro Randi. Nel 2009 la Assb ha comunicato alla Caritas un taglio di 80 mila euro su due servizi gestiti dalla Odar a Bolzano: la struttura per senza tetto in via Renon «La Sosta» e Casa Migrantes in via Roma. Risultato, riassume Randi, «abbiamo dovuto eliminare due posti di lavoro, uno per ogni servizio. Ma una persona in meno in équipe di 4 e 5 persone significa molto. Per non scoppiare, abbiamo dovuto ridurre il servizio. Una giornata di chiusura a Casa Migrantes e chiusura della Sosta il sabato mattina: così i senza tetto cui offriamo il servizio di ascolto saltano anche il pranzo». Randi lancia un appello: «Quando decidete di ridurre i budget del sociale, calatevi nella realtà e toccate con mano quali servizi verranno meno nella vita di persone in difficoltà». Theiner, seguito da Christian Tommasini, ha puntato il dito contro la Assb (troppi dirigenti). Ma Schweigkofler invita a considerare altre possibili gestioni gonfiate: «In una provincia così piccola ha senso avere la Assb e 7 comprensori, ognuno con un proprio gruppo di dirigenti?». Di Bolzano Schweigkofler ricorda: «Ha un ruolo particolare nella gestione di problematiche sociali che affluiscono sul capoluogo, a partire dall’ufficio di prima accoglienza per gli stranieri e le strutture per senza tetto e tossicodipendenti». Preoccupazione anche alla Federazione provinciale associazioni sociali. Il presidente Stefan Hofer sottolinea: «Già nel 2009, e così sarà nel 2010, sono restate inevase le domande delle associazioni di contributo provinciale per gli investimenti, dai computer ai pulmini». Hofer si sforza di vedere «questo momento come una chance per razionalizzare. Andranno salvati solo gli interventi veramente utili». C’è un rischio: «Se l’operazione viene sbagliata, resteranno scoperte le nuove emergenze, a partire dalle povertà provocate dalla crisi». Stoccata alla Provincia: «In tempi così seri, è giustificato concedere abbonamenti gratis agli anziani per il bus, qualsiasi sia la loro situazione economica? In giunta non possono pensare che i problemi sociali debbano pesare solo su Theiner».
 Sul rapporto Provincia-Comuni Schweigkofler aggiunge: «Interessa veramente la sussidiarietà? Perché sarebbe ora di discutere di un sistema che vede il sociale finanziato con fondi provinciali ma servizi gestiti dai Comuni». Hofer torna ad avvertire: «Siamo chiamati tutti al massimo di responsabilità, perché questa nuova fase di contrazione finanziaria non colpisca chi ha bisogno». Hofer spezza una lancia a favore dei nuovi criteri provinciali per il finanziamento dei servizi: «Almeno ora c’è una griglia trasparente. Qualcuno guadagnerà, mentre è vero che Bolzano perderà. Ma il capoluogo ha margini di risparmio».













Altre notizie

Attualità