Bolzano, la cricca dell'Ipes: emessefatture false per 132 mila euro

Per la prima volta l’inchiesta sembra far emergere che il livello truffaldino maturato ai danni dell’Ipes potrebbe essere ben più alto di quello in un primo tempo ipotizzato



I NOMI DEGLI ARRESTATI E DEI FUNZIONARI INDAGATI

BOLZANO. L’hard disk del personal computer di Paola Giacosa (la convivente dell’imprenditore Mirco Moser attualmente in carcere assieme all’uomo) sta fornendo nuovi importanti elementi di accusa ai carabinieri dei Ros che stanno proseguendo le indagini sul giro di usura e corruzione. Per la prima volta l’inchiesta sembra far emergere che il livello truffaldino maturato ai danni dell’Ipes potrebbe essere ben più alto di quello in un primo tempo ipotizzato.
Sino ad oggi si è sempre parlato di micro tangenti, di regali impegnativi e costosi, di cene, di conti del supermercato o del carrozziere pagati, di serate a luci rosse organizzate con prosti8tute d’alto bordo. Un giro, è vero, di migliaia di euro che indicavano più che altro il malcostume e la disonestà generalizzata che avrebbero caratterizzato negli ultimi anni l’attività di alcuni funzionari, anche importanti, dell’ufficio manutenzione dell’Ipes. Dall’hard disk della signora Giacosa inizia però a trapelare un’altra verità e cioè che in alcuni casi le somme in gioco (con danno per le casse pubbliche dell’ente) sono state decisamente più pesanti. E’ il caso di 13 fatture che Alessandro Baratieri (una delle due vittime del prestito di denaro ad interessi usurari) ammette agli inquirenti di aver staccato a favore dell’impresa «R.M.» di Mirco Moser, cioè dell’uomo che lo teneva in scacco a seguito degli interessi schizzati alle stelle. Nel corso di una drammatica deposizione rilasciata ai carabinieri il 17 settembre 2009 lo stesso Baratieri (socio accomandatario della ditta 3 B Service) ammette di aver staccato una serie di false fatture per operazioni inesistenti nei confronti dell’impresa di Moser per 132 mila euro più Iva.
La circostanza trova poi conferma dall’hard disk della signora Giacosa ed è considerata dai carabinieri importante perchè, tra il resto, dimostra la volontà di Baratieri di collaborare con gli inquirenti al punto di ammettere di aver compiuto un illecito penalmente rilevante. Non solo. La circostanza lega l’inchiesta riguardante l’usura con la seconda parte dell’indagine che riguarda la gestione della manutenzione delle case Ipes e delle ditte chiamate ad effettuare i lavori. In effetti da quella testimonianza emerge che sarebbe stato lo stesso Moser a sollecitare l’emissione delle false fatture da parte di Baratieri, individuandolo come sistema per ripagare parte del debito provocato dall’usura. In effetti tutte le fatture (emesse tra il 15 aprile ed il 10 dicembre 2008) riportavano false attestazioni di lavori (in realtà mai effettuati) nei cantieri gestiti da Moser per conto dell’Ipes. Le successive intercettazioni ambientali e telefoniche dimostrerebbero, secondo i carabinieri dei Ros, che quelle fatture fasulle furono poi pagate dall’Ipes, con evidente danno per l’ente. Tenendo in scacco Alessandro Baratieri e obbligandolo ad emettere la false fatture, Mirco Moser ottenne tre risultati: la monetizzazione degli importi in fattura da parte dell’Ipes, l’abbattimento degli utili della propria azienda (grazie all’inserimento in contabilità di costi fittizzi con conseguente evasione del fisco), il recupero truffaldina per compensazione degli importi Iva con conseguente ulteriore raggiro dell’erario. L’inchiesta curata dai Ros consegna alla magistratura una valutazione molto pesante della figura di Mirco Moser. Nell’arco di pochi mesi sono otto le vittime complessive di prestiti di denaro ad usura in un vortice di rapporti anche minacciosi in cui gioca un ruolo deciso anche Giorgio La Monaca, carabiniere in pensione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

collegamenti

SkyAlps, primo volo da Bolzano per Stoccarda

In tre quarti d’ora si raggiunge la destinazione. Il presidente Gostner: «I 3,6 milioni di turisti tedeschi che vengono ogni anno rappresentano un importante fattore economico per la provincia»

Attualità