LE CIFRE DELLA CRISI

Bolzano, mille lavoratoriin cassa integrazione

Le vacanze di Natale sono finite, ma molti operai altoatesini non sono ancora tornati al lavoro. Colpa della cassa integrazione, che ha colpito circa un migliaio di addetti del settore metalmeccanico. Aveva ragione Christof Oberrauch. La crisi non è affatto finita. A certificarlo arrivano gli ultimi dati sulla cassa integrazione. Fabio Parrichini, segretario provinciale della Fiom/Cgil, lancia l’allarme: «La situazione è pesante. Tolta l’Iveco, le altri grandi aziende industriali sono tutte in forti difficoltà».


Mirco Marchiodi


BOLZANO. Le vacanze di Natale sono finite, ma molti operai altoatesini non sono ancora tornati al lavoro. Colpa della cassa integrazione, che ha colpito circa un migliaio di addetti del settore metalmeccanico.
 Aveva ragione Christof Oberrauch. La crisi non è affatto finita. A certificarlo arrivano gli ultimi dati sulla cassa integrazione. Fabio Parrichini, segretario provinciale della Fiom/Cgil, lancia l’allarme: «La situazione è pesante. Tolta l’Iveco, le altri grandi aziende industriali sono tutte in forti difficoltà».
 I cancelli delle Acciaierie Valbruna in via Volta riapriranno lunedì. Ma saranno soltanto due i reparti operativi, una cinquantina gli operai impiegati. «Per 450 lavoratori su 530 - spiega Parrichini - la cassa integrazione è stata prolungata anche dopo la pausa natalizia. Solo a febbraio riaprirà il reparto laminatoio, ma almeno per tre settimane gran parte degli operai potrà tornare al lavoro». In difficoltà anche diverse aziende dell’indotto: così ad esempio la Aussider di Bolzano che ha messo in cassa integrazione 12 persone.
 Il 12 gennaio ci sarà invece un incontro all’ufficio del lavoro per formalizzare la richiesta di cassa integrazione straordinaria alla Sapa. «La Cigs - dice Parrichini - vale per tutti i 130 dipendenti dello stabilimento. Nel 2009 la produzione è stata di 6.000 tonnellate, quest’anno si vorrebbero raggiungere le 12 mila. Lo stabilimento potrebbe però produrne 20 mila».
 Ancora a Bolzano sono in cassa integrazione dal 4 gennaio undici operai (su 30) della Clm. E sempre il 4 gennaio è scattato l’orario ridotto per una sessantina di dipendenti (31 operai e 27 impiegati) della Frener Reifer Metallbau di Bressanone. Restando a Bressanone, è scattato l’orario ridotto fino a febbraio anche alla Alupress.
 Dalla possima settimana e fino al 31 marzo inizia la cassa integrazione a rotazione per 26 operai e un impiegato alla Lochmann Cabine di Trodena, mentre alla Alpi spa di Monguelfo 36 operai e 40 impiegati fino al 4 aprile saranno sospesi o lavoreranno a orario ridotto.
 Alla Hoppe resta valido fino al 31 marzo l’accordo sulla cassa integrazione entrato in vigore lo scorso primo dicembre che prevede cassa integrazione per quattro giorni al mese per 165 operai e 68 impiegati dello stabilimento di San Martino in Passirio, 246 operai e 33 impiegati dello stabilimento di Sluderno e 294 operai e 50 impiegati dello stabilimento di Lasa.
 Il 31 dicembre è terminata la cassa integrazione ordinaria alla Röchling, che ha così dovuto ricorrere a quella straordinaria. Sarà valida per tutto l’anno e interesserà tutti i 705 dipenenti dello stabilimento di Laives (ma non i 72 della neonata Röchling Automotive Ag). Come comunicato dai sindacati, saranno collocati in Cigs a zero ore 120 dipendenti, per gli altri la cassa integrazione sarà a rotazione.
 «Il fatto che molte imprese abbiano dovuto ricorrere alla Cig straordinaria - afferma Parrichini - significa che hanno esaurito quella ordinaria, ovvero 52 settimane nel biennio mobile. Per un operaio questo equivale ad aver perso quasi un anno di stipendio, nonostante gli ammortizzatori sociali. Alla Provincia, che ora assumerà la competenza in materia, chiediamo di raddoppiare la cassa integrazione ordinaria da 52 settimane nel biennio a 104 nel triennio».













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