Bolzano sfratta la musica di strada

Le violiniste della Mahler relegate nei vicoli. Piazza Walther agli «ambulanti»


Fabio Zamboni


BOLZANO. Musicisti di strada: un problema da risolvere o un'arte povera da valorizzare? Non è solo una questione di differente approccio a un fenomeno che negli ultimi anni è cresciuto un po' in tutt'Europa. È un fatto di cultura e di tolleranza, di disponibilità all'ascolto, di sensibilità verso un talento che non è mero accattonaggio. Un fatto che alcune città affrontano appunto come un problema e altre come un'opportunità.

Bolzano? Come un problema, di sicuro. Ieri mattina abbiamo girato le strade del centro storico per capire se, in una tiepida giornata di fine estate, con i turisti che ancora sciamano in maniche di camicia e calzoni corti, nell'aria c'è ancora della musica. All'angolo fra Via Museo e Via della Roggia, ecco due violini che suonano musica classica: Kandir, 25 anni, viene da Hannover; Veronika, 23, da Varsavia. Fanno parte degli eurotalenti che risiedono a Bolzano per tre settimane frequentando la prestigiosa Accademia Mahler.

E conoscono bene le regole: «Siamo andate alla sede dei vigili urbani a ritirare il permesso: 15 euro. Conosciamo bene gli orari possibili e i luoghi dove è vietato». Si sono messe infatti in una posizione strategica, all'angolo fra Via della Roggia e Via Museo: la prima è praticabile, la seconda no, come la maggior parte delle piazze e delle vie più importanti del centro. Chiediamo a una vigilessa se ha notato altri musicisti: «Uno solo, a metà di Via della Roggia. Ma da un ufficio ci hanno chiamato perché la musica li disturbava...».

Niente musica, oggi. Nei punti strategici dove fino a poco tempo fa sostavano i fisarmonicisti dell'Est e i violinisti russi, solo qualche accattone. In Piazza Walther, invece dei flauti andini espositori di rayban supertaroccati. In Via Museo, dove è vietatissimo suonare, spilungoni senegalesi che vendono mostriciattoli. Quelli che, lanciati, s'appiccicano ovunque. Del resto sarebbe singolare che i musicisti di strada scegliessero ancora Bolzano per tirare su qualche euro: secondo l'ordinanza comunale del 2003 tuttora in vigore, devono ottenere un permesso di tre giorni che va richiesto alla sede dei vigili, alla zona industriale, aperta solo fino a venerdì mattina. Pagato quello, possono suonare solo dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19 con esclusione delle vie e delle piazze più appetibili. In caso di violazione delle regole, multe da 50 a 500 euro. Ma la vigilessa ci rassicura: prima li diffidiamo...».

E allora siamo andati a vedere come una città gemella di Bolzano (ne condivide le dimensioni, il legame con Claudio Abbado e le orchestre giovanili, le piste ciclabili) gestisca quello che da noi è un problema. Stefano Bottoni, presidente del Buskers Festival che in agosto convoglia circa 500 mila persone nelle strade della città dice: «È dal 1988 che Ferrara convive con gli artisti di strada. C'era un regolamento comunale che da quando c'è il festival è in costante deroga. Il festival fa da traino per tutto il resto dell'anno: nessun permesso speciale, nessuna multa. I cittadini sono tolleranti e anzi si fermano volentieri ad ascoltare i concertini improvvisati».

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