Bolzano sud: terra contesa da imprese, commercio, edilizia

Il dibattito sulla riqualificazione dell’area che si estende da ponte Roma fino oltre via Einstein Attualmente in Zona ci sono 1800 aziende che danno lavoro a circa 10 mila persone


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Milleottocento aziende, 10 mila posti di lavoro, circa 20 mila le persone che ogni giorno frequentano per diverse ragioni la zona produttiva di Bolzano che si estende su 250 ettari ed è la più grande dell’Alto Adige. La parte di città che va da ponte Roma a oltre via Einstein è il polmone economico del capoluogo ed è la zona che, nel corso degli ultimi anni, più di ogni altra è cresciuta e si è trasformata: in mezzo alle aziende sono spuntati bar, ristoranti, supermercati, due centri commerciali (Centrum e Twenty), un grande albergo (Sheraton), la palestra di roccia della Salewa; il prossimo anno toccherà al Polo tecnologico. In un dibattito in programma per oggi alle 18 nella sede dell’Upad di via Firenze 51, si discuterà di «Sviluppo urbanistico della città e del territorio: l’importanza delle zone produttive». Come giornale abbiamo deciso di far diventare l’argomento il tema della settimana, perché la riqualificazione della zona produttiva - di cui per altro si parla da anni - è strategica per il futuro della città e non riguarda solo le imprese. «Questa - dice Chiara Pasquali, architetto ed ex assessore all’urbanistica del Comune - sarà sicuramente una delle grandi partite che dovrà affrontare la prossima giunta comunale. Per Bolzano la zona industriale ha un significato molto importante anche dal punto di vista storico e sociale, poiché assieme alla ferrovia è stata uno dei due motori di sviluppo». Protagonisti, oltre a Comune e Provincia, saranno imprenditori, commercianti, costruttori. La difficoltà sarà quella di trovare un giusto equilibrio tra diversi punti di vista ed esigenze, partendo dal presupposto che è qui che si gioca lo sviluppo economico oltre che urbanistico del capoluogo. È vero che tra le zone in attesa di essere riqualificate ci sono anche l’asse di via Garibaldi-via Alto Adige e l’areale ferroviario, ma in entrambi i casi si tratterà soprattutto di interventi di edilizia abitativa e terziario; mentre a Bolzano sud in gioco ci sono più interessi, innanzitutto quelli delle industrie.

Industria. «Per mantenere l’occupazione, creare nuovi posti di lavoro, generare risorse per finanziare i servizi, in una parola assicurare lo sviluppo di questa terra - dice Stefan Pan, presidente di Assoimprenditori - bisogna garantire che nelle zone produttive si continui a fare produzione». Per l’associazione la riqualificazione di Bolzano sud passa innanzitutto attraverso infrastrutture adeguate, che significa viabilità interna snella e copertura totale con una rete internet veloce. In questo quadro gli imprenditori vedrebbero di buon occhio anche l’inserimento di servizi complementari destinati ad esempio al commercio e al tempo libero. Altro discorso è l’edilizia residenziale, ovvero il recupero di aree dismesse per costruire case in particolare nella parte alta di via Galilei.

Pan mette dei paletti: «Ciò che si trova in contrapposizione con l’attività produttiva è la funzione urbanistica - residenziale, perché la vicinanza di abitazioni vincola pesantemente le imprese». A preoccupare sono in particolare le limitazioni relative al rumore che non permetterebbero più le lavorazioni a ciclo continuo che si fanno in diversi stabilimenti: «La perdita del turno i notte comporterebbe una perdita in termini di produttività ma anche di posti di lavoro». È vero che in futuro l’industria sarà sempre più tecnologica e sempre meno sporca e rumorosa, ma sarà comunque difficile pensare che cambi completamente pelle, quindi dovrà continuare ad essere sufficientemente distante dalle abitazioni e avere spazi propri. Quelli che oggi mancano a Bolzano, per consentire l’ampliamento delle aziende e richiamarne di nuove. O meglio, oltre via Einstein i terreni ci sono ma costano troppo tanto che finora vi hanno costruito la sede solo Salewa e Technoalpin. Noi artigiani - spiega Claudio Corrarati (Cna) - siamo stati dei precursori nel realizzare i consorzi, ovvero concentrare in un’unica struttura più attività per risparmiare terreno: ne abbiamo creati 13 per un totale di 280 aziende. Al consorzio Torricelli e Galvani inoltre sono stati fatti anche alloggi: in totale circa una trentina».

Commercio. La più interessante battaglia commerciale-legale degli ultimi anni si sta combattendo da ponte Roma in giù, dove - nella terra da sempre contraria ai Centri commerciali - sono sorti due megastore: il Centrum in via Galvani e il Twenty di via Galvani. Quest’ ultimo, in particolare, richiama ogni giorno centinaia di persone che creano una serie di problemi viabilistici su una delle arterie più importanti per l’accesso in città. Ma i centri commerciali potrebbero diventare presto tre: Aspiag presentà il progetto a primavera e conta di partire in Buozzi con i lavori nel giro di pochi mesi.













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