BULLISMO A OLTRISARCO

Bolzano, tredicenne picchia coetanea e le ruba l'identità in rete per depistare le indagini

Prima ha partecipato a una rissa mandando due ragazzini all'ospedale, poi ha usato la password di una delle vittime per discolparsi sui social network


Davide Pasquali


BOLZANO. Ripetuti atti di bullismo fra ragazzini delle medie, culminati una domenica di gennaio al parco delle scuole Tambosi di Oltrisarco, quartiere popolare di Bolzano, con un vero e proprio pestaggio di gruppo. Una ragazzina è stata pesantemente insultata e malmenata mentre due suoi amici, accorsi per difenderla, sono finiti all’ospedale, uno dei quali con traumi giudicati guaribili addirittura in quindici giorni.

Come se non fosse bastato, per scagionarsi uno dei picchiatori ha addirittura tentato un vero e proprio depistaggio via internet, ma è stato pizzicato e smascherato dalla polizia postale, che ha avvisato la procura dei minori. Nonostante la querela presentata dai genitori delle vittime non si è potuto procedere, ché tutti i ragazzini coinvolti sono minori di 14 anni e dunque non imputabili.

I protagonisti di questa brutta vicenda sono tutti tredicenni e frequentano le medie in città, in quale scuola non ha importanza. Non si tratta di due bande contrapposte. Non c’entrano nomadi o immigrati o situazioni di particolare degrado. Come precisa una delle insegnanti dei ragazzi, intervistata dall’Alto Adige, si tratta di bolzanini doc: «Ragazzini normalissimi, che prendono a modello di vita il Grande fratello televisivo, passando il tempo a litigare per delle sciocchezze, creando delle fazioni. Per di più utilizzano con eccessiva leggerezza le tecnologie informatiche, senza rendersi conto delle conseguenze, perché dal web non si cancella nulla: le tracce delle violenze rimangono per sempre». 

Tutto è accaduto negli ultimi mesi, per quelli che le forze dell’ordine chiamano futili motivi. E stavolta sono futili davvero: una ragazzina che ha baciato qualcuno che non doveva baciare, qualcuno che ha guardato qualcun altro in modo equivoco. Storielle fra ragazzini.
Ma poi sono arrivati gli atti di bullismo, dagli spintoni agli insulti, dalle parolacce alle minacce, dalle sberle ai calci e pugni. Atti sempre avvenuti fuori scuola, anche se l’istituto ha tentato di correre ai ripari, convocando genitori e ragazzi. Ma invano.

L’episodio eclatante è avvenuto un paio di domeniche fa, fra il parco Tambosi e la chiesa del Santissimo Rosario. Violenze sulla ragazzina, poi il pestaggio dei suoi due amichetti che, vista la mala parata, hanno chiesto l’intervento della questura e sono stati condotti al San Maurizio per le cure del caso.
La ciliegina sulla torta, se così si può definire, è questa: uno dei picchiatori, pare fossero quattro alla presenza di nove testimoni, ha tentato un depistaggio telematico.

Tutti i ragazzini sono infatti iscritti a netlog.com, un social network tipo Facebook, ma destinato ai più giovani. Ci sono gruppi, in questo blog, dove si può entrare solo se invitati da chi è già membro. E per entrare occorre comunque una password personale. Be’: uno dei ragazzini è riuscito a soffiare la parola d’ordine a una delle vittime e spacciandosi per lei ha scritto qualcosa così: “Hai visto? Ho raccontato alla polizia che mi avevi picchiato anche se non era vero. Un bello scherzo eh?». Peccato che la polizia postale, esperta del web, abbia scoperto tutto.













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