Bolzano: tricolore spazzato via, la Cassazione conferma il sequestro dei manifesti della Klotz

Il sequestro dei manifesti che il movimento «Südtirol Freiheit» tentò di affiggere l'autunno scorso fu legittimo. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione


Mario Bertoldi


BOLZANO. Il sequestro dei manifesti che il movimento «Südtirol Freiheit» tentò di affiggere l'autunno scorso fu legittimo. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione. Si tratta dei manifesti raffiguranti una scopa in saggina che spazza via il tricolore (considerato rifiuto da gettare nella pattumiera) per far spazio alla bandiera tirolese.
Il sequestro preventivo ottenuto dalla Procura venne ritenuto legittimo anche dal tribunale del riesame a cui i consiglieri provinciali Eva Klotz e Sven Knoll avevano presentato una prima istanza. Ora la legittimità del sequestro è stato confermato, come detto, anche dalla Corte di Cassazione a Roma con un pronunciamento in punto di diritto che potrebbe risultare molto importante anche nella prosecuzione del procedimento. Qual era la tesi difensiva sostenuta dall'avvocato Nicola Canestrini e non accolta dalla Cassazione? Semplicemente che il sequestro dei manifesti non avrebbe potuto essere disposto perchè non previsto dalla legge. Il legale infatti si disse convinto che a partire dal 2006 il reato di vilipendio alla bandiera possa essere contestato unicamente se l'atto offensivo venga compiuto concretamente nei confronti di un drappo ufficiale o di un altro simbolo ufficiale della Nazione italiana. In altre parole il legale sostenne che il fatto contestato ai due indagati (aver stampato e diffuso manifesti offensivi per lo Stato italiano ed i suoi simboli) non sarebbe previsto dalla legge come reato. «Prima del 2006 erano protetti anche i colori della bandiera nazionale - ricordò in aula l'avvocato Canestrini - ora non più in quanto è stata cancellata la disposizione che prevedeva l'applicazione della norma penale anche per il vilipendio ai colori nazionali raffigurati su una cosa diversa da una bandiera». La Procura replicò ricordando il dettato del rinnovato articolo 292 del codice penale che prevede una multa da 1000 a 5000 euro per chi vilipende con espressioni ingiuriose la bandiera nazionale o altro emblema dello Stato. «Agli effetti della legge penale - indica il legislatore - per bandiera nazionale si intende la bandiera ufficiale dello Stato e ogni altra bandiera portante i colori nazionali». Un tricolore indicato su un manifesto come rifiuto da spazzare via configura il reato? Secondo la Procura (e anche secondo il Gip che ha firmò il sequestro) certamente sì. E la Cassazione, ora, ha confermato. La difesa di Eva Klotz e Sven Knoll contestò però anche l'interpretazione stessa del manifesto che non sarebbe stato assolutamente ingiurioso nei confronti della bandiera nazionale italiana ma avrebbe semplicemente indicato un progetto di profondo rinnovamento politico che la «Sudtiroler Freiheit» persegue in Alto Adige sostituendo lo Stato italiano con una realtà politica completamente sudtirolese e indipendente.

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