Bolzano: uccise la suocera, può tornare a lavorare

Stefan Kiem ha ottenuto il permesso dal giudice a sei mesi dall'omicidio


Mario Bertoldi


BOLZANO. Stefan Kiem, l'uomo che a Sarentino lo scorso anno uccise la suocera a colpi di martello, ha ottenuto l'autorizzazione del giudice delle indagini preliminari ad abbandonare durante le ore diurne l'abitazione dei genitori (ove si trova agli arresti domiciliari) per recarsi al lavoro a Merano. Trattandosi di un omicida (reo confesso) sottoposto a provvedimenti di natura cautelare in attesa del processo di primo grado, si tratta di un provvedimento che ha del clamoroso. In pratica Stefan Kiem, tecnico di telecomunicazioni, è stato autorizzato a recarsi tutti i giorni da solo in una azienda meranese del settore informatico. L'autorizzazione, firmata dal giudice Walter Pelino, prevede ovviamente l'obbligo per l'indagato di far subito ritorno nell'abitazione dei genitori a Bolzano senza potersi allontanare nelle ore non lavorative. E' stato l'avvocato difensore Flavio Moccia ad ottenere il provvedimento del giudice che regala all'omicida la prospettiva di una ripresa graduale verso una vita normale. Seppur, ovviamente, in attesa del processo di primo grado per l'assassinio della suocera Rosa Reiterer. Stefan Kiem resta comunque agli arresti domiciliari. La speciale autorizzazione a recarsi al lavoro è conseguenza diretta dell'esito della perizia psichiatrica che ha definito l'uomo non in grado di intendere e di volere al momento del fatto e, sostanzialmente, non pericoloso. Si tratta, lo ricordiamo, della perizia del dottor Raimondo Venanzini. Il caso di Stefan Kiem rischia di passare agli archivi dell'attività giudiziaria come esempio di...«delitto perfetto». In effetti che Stefan Kiem sia l'autore dell'omicidio sembra acclarato e fuori di dubbio. Il problema è legato alle condizioni mentali dell'omicida e alla sua reale volontà di commettere il delitto. Sotto questo profilo l'esperto di psichiatria ha tracciato un quadro incredibilmente favorevole all'indagato che il giudice Walter Pelino, gia al momento della decisione sulla concessione degli arresti domiciliari, non ha potuto ignorare, nonostante il giudice possa considerarsi perito dei periti. Cosa stabilì lo psichiatra? Che Stefan Kiem nel momento in cui massacrò la suocera non sarebbe stato assolutamente in grado di intendere e di volere e, dunque, non sarebbe stato in grado di potersi opporre al raptus di follia omicida che lo travolse. Un raptus - disse il perito - provocato dallo stress accumulato per anni a seguito di turni di lavoro massacranti ed una difficile situazione famigliare. Si trattò però di un grave disturbo del tutto transitorio e temporaneo: un corto circuito di pochi secondi in una mente sana. Di conseguenza Stefan Kiem non può essere considerato affetto da turbe mentali. Non solo. Il perito rilevò anche l'insussistenza di un reale pericolo di reiterazione e cioè di un ripetersi del raptus. Stefan Kiem, dunque, non può essere considerato soggetto pericoloso se non - disse il perito - per possibili iniziative autolesionistiche. Ora l'avvocato Flavio Moccia, che intende evitare la Corte d'assise, ha già annunciato richiesta di giudizio abbreviato.













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