Bolzano: via la cancellata dal Monumento alla Vittoria

C'è la risposta al Comune. Trincanato: resterà una protezione notturna


Francesca Gonzato


BOLZANO. Il Monumento alla vittoria potrà essere aperto. Il Comune ha ricevuto i primi sì sulla rimozione della cancellata e sull'aspetto che potrà avere il monumento al termine dei lavori di restauro. Nulla ancora di ufficiale, ma le indicazioni, provenienti anche dal Commissariato del governo, sul fatto che non verranno opposti problemi di sicurezza per l'accessibilità diurna del Monumento rappresentano una svolta attesa in Comune e Provincia. «Ci è stato detto che una forma di protezione dovrà restare. Si potrebbe pensare a una cancellata a scomparsa o apribile, che di giorno permette l'accesso al monumento e di notte viene richiusa», spiega l'assessore alla cultura Patrizia Trincanato, coordinatrice del gruppo di lavoro comunale dedicato alla storicizzazione dei monumenti fascisti. Hanno avuto una accelerazione negli ultimi giorni le trattative sull'apertura del Monumento alla vittoria. Il presidente provinciale Luis Durnwalder ha annunciato di avere scritto al commissario del governo Fulvio Testi. Si tratta di una lettera firmata il 29 dicembre sia da Durnwalder che dal sindaco Luigi Spagnolli. E la lettera è stata la conseguenza di un sopralluogo effettuato pochi giorni prima che ha visto arrivare al Monumento alla vittoria il prefetto Testi, Spagnolli e Patrizia Trincanato, l'assessore provinciale Sabina Kasslatter Mur, rappresentanti della Sovrintendenza e architetti impegnati nel restauro. La volontà del Comune era di coinvolgere il Commissariato al governo nel gruppo di lavoro. E' stato dunque organizzato il sopralluogo e lì è stato deciso che Durnwalder e Spagnolli avrebbero scritto una lettera in cui, ricordata la volontà di storicizzazione del Monumento, il prefetto Testi viene invitato «ad avviare un percorso costruttivo di conoscenza e di contestualizzazione storica dei simboli fascisti in questa provincia». Comune e Provincia sono ormai d'accordo che oltre ad essere riaperto, il Monumento alla vittoria dovrà ospitare un centro di documentazione sull'epoca dei totalitarismi e sulla storia stessa dell'opera di Marcello Piacentini, costruito al posto del demolito monumento ai Kaiserjäger. «Personalmente punterei su un centro di documentazione multimediale, avanzato», anticipa Patrizia Trincanato. Nella zona interrata, la cripta è circondata da altri locali. Una superficie molto ampia il cui utilizzo è ancora tutto da decidere. «L'idea è di rendere lo spazio accessibile», conclude l'assessore, «utilizzando il Monumento anche come luogo di attraversamento». Questa d'altronde è l'indicazione già contenuta nel masterplan comunale, in collegamento con il rifacimento della piazza e la realizzazione del garage interrato. Nella lettera Durnwalder e Spagnolli ricordano che il restauro al monumento «offre l'opportunità storica di riconsegnare il complesso architettonico, di proprietà dello Stato, alla cittadinanza e società civile intera. Le opere ieri elevate a simboli di un regime dittatoriale che ha negato la libertà e la democrazia, oppresso minoranze linguistiche, celebrato la superiorità di un popolo sugli altri, si sono prestate a facili strumentalizzazioni politiche, alimentando in tal modo permanenti contrasti tra i gruppi linguistici e rafforzando la percezione di avere passati difficilmente conciliabili. Si ritiene che tali sopravvivenze debbano iniziare ad essere leggibili unicamente come testimonianze storiche e come tali divenire luoghi di una memoria viva e condivisa». Oltre alla conciliazione tra i gruppi, il progetto mira dunque a «rimuovere dalle coscienze giudizi assolutori sulle dittature di ieri e di oggi». Ecco allora che viene proposto il percorso di riflessione sui «simboli dell'era dittatoriale, che metta in luce l'intenso intreccio tra storia, memoria e indentità, offrendo una risorsa per un uso didattico nello spazio pubblico».

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