BOLZANO

Bolzano, viale Venezia: prostitute "cacciate" dagli inquilini

Decisiva la mobilitazione del condominio - che ha presentato un esposto - e della Circoscrizione. La questura ha acquisito i contratti di locazione e non si escludono denunce a breve


di Massimiliano Bona


BOLZANO. L'indagine sul giro di prostituzione in casa in una palazzina di viale Venezia è ancora aperta, ma gli inquilini e la Circoscrizione - che si erano attivati da subito con tanto di esposto in Procura - hanno già vinto la loro battaglia. Da quando la vicenda è diventata di dominio pubblico le prostitute hanno lasciato, infatti, l'appartamento in cui negli ultimi mesi si era registrato un via vai impressionante di clientela, al punto da rendere gli incontri sul giroscala pressoché quotidiani anche per anziani e bambini. «Una situazione - spiega uno degli inquilini - che aveva davvero superato il limite della decenza. Sappiamo bene che prostituirsi non è reato, ma sappiamo anche di avere il diritto alla quiete all'interno della nostra abitazione».
Secondo gli inquilini il ricambio delle ragazze avveniva - con annunci frequenti anche su internet - ogni tre o quattro settimane al massimo. E proprio questo dettaglio ha contribuito ad attirare nel corso degli ultimi mesi un numero crescente di clienti, dai dirigenti in giacca e cravatta ai padri di famiglia alla fine del turno di lavoro. La situazione era diventata talmente esasperante da essere discussa nell'ultima assemblea di condominio. Nella mozione, approvata all’unanimità dalla Circoscrizione, si fa cenno esplicitamente «ad una forma di degrado da parte di persone senza scrupoli che affittano in zone residenziali appartamenti creando un andirivieni di persone sicuramente poco raccomandabili».


Per quanto attiene il proprietario, che è un altoatesino, si mira a capire se fosse o meno a conoscenza - quando ha affittato l’appartamento - della situazione. La sua posizione potrebbe aggravarsi qualora gli inquirenti riuscissero a provare che incassa un canone di locazione (molto) più elevato rispetto a quello di mercato proprio per il tipo di attività che verrebbe (o è stata) esercitata.
Il problema sembra essere stato risolto a monte. Nel senso che sono state proprio le ragazze a capire che il "giro" non era più particolarmente redditizio proprio per il clamore che aveva suscitato la vicenda e quindi hanno preferito con ogni probabilità migrare altrove. Forse hanno solo cambiato quartiere. Bolzano è considerata una piazza «interessante», come testimoniano le numerose inchieste del recente passato, compresa quella sulle baby squillo nei quartieri popolari, ma quando l'appartamento scelto diventa di dominio pubblico allora può ritenersi "bruciato".  La questura, da parte sua, sta continuando negli accertamenti, sempre d'intesa con la Procura. É bene sottolineare, infatti, che é illecita l'attività di intermediazione e favoreggiamento. In assoluto non commette il reato di favoreggiamento chi concede in locazione o in comodato un appartamento ad una prostituta. Può ricorrere, invece, il reato di sfruttamento della prostituzione qualora il canone di locazione sia decisamente più alto rispetto al prezzo di mercato. Visto il quadro generale l'inchiesta potrebbe anche concludersi con una denuncia penale. Per adesso a sorridere sono gli inquilini: «Abbiamo vinto noi. Siamo tornati ad essere padroni a casa nostra».
 













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