Bomba carta, il reato è di odio razziale 

La procura di Bolzano ha aperto un fascicolo per l’articolo 604 bis. Domenica “presidio antifascista”



BOLZANO. «Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa». Così recita l’articolo 604 bis del codice penale per il reato previsto contro ignoti nel fascicolo aperto dalla procura di Bolzano a seguito dell’esplosione di una bomba carta all’esterno dell’ex caserma Arturo Mercanti che, ad Appiano, ospita il centro di accoglienza di Volontarius. Nella fattispecie, la magistratura inquirente fa riferimento alla lettera “b” dell’articolo, quella che prevede che sia punito «con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Proseguono, intanto, le indagini dei carabinieri di Bolzano per cercare di risalire agli autori del gesto, accompagnato da un cartello dal chiaro messaggio xenofobo in inglese «Refugees not welcome» accompagnato da svatsiche e celtiche. L’attentato è stato compiuto nella notte tra sabato e domenica, una quarantina di minuti dopo la mezzanotte. La bomba carta è stata fatta esplodere davanti al cancello di ingresso del centro, l’esplosione è stata fortissima, ma per fortuna non sono stati riscontrati danni. Parole di ferma condanna, intanto, sono arrivate anche da Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà – Confcooperative. «Si tratta di un gravissimo attentato di marca razzista. Massima vicinanza alla cooperativa sociale Volontarius che gestisce il centro, e al presidente Claude Antoine Angelo Rotelli, alla guida anche di Confcooperative Alto Adige. Atti come questo contrastano nettamente con la tradizione di apertura, accoglienza e solidarietà che ha sempre caratterizzato il nostro Paese, che proprio dall’unione di culture diverse trae uno dei suoi maggiori punti di forza. Condanniamo fermamente quanto accaduto ad Appiano. Il centro in questione, peraltro, rappresenta un ottimo modello d’integrazione: dei 38 ospiti, 28 di loro hanno un’occupazione a tempo determinato in diversi settori, e gli altri 10 partecipano a corsi di formazione come cameriere e aiuto cuoco. Tutti hanno trovato lavoro autonomamente, distribuendo il proprio curriculum o grazie ai contatti costruiti nel tempo, a testimonianza dell’alto livello d’inserimento degli ospiti all’interno della comunità». Infine, “Bolzano antifascista” ha convocato un presidio davanti al centro, domenica dalle 15 alle 17.













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