Boschi in via Resia: «Lottiamo su ogni voto» 

La sottosegretaria “carica” la base al Circolo Pd: «Non accetto lezioni, insieme a Bressa ho sempre difeso le autonomie»


di Davide Pasquali


BOLZANO. In Italia quattro milioni di persone hanno deciso di andare a votare ma ancora non sanno per chi. Motivo per cui il Pd nel prossimo mese ha deciso di entrare letteralmente casa per casa per convincere gli indecisi, perché con questo sistema elettorale proporzionale anche un solo voto in più potrà fare la differenza, per essere il partito maggiormente rappresentativo del paese e poter continuare a lavorare per l’autonomia, come fatto negli ultimi cinque anni dai governi Renzi e Gentiloni, nel corso dei quali sono state approvate ventidue norme di attuazione a vantaggio non della sola popolazione di lingua tedesca o del partito di raccolta tedesco ma di tutti quanti gli altoatesini. E la territorialità, intesa come la mera residenza scritta sulla carta d’identità, conta poco niente. Assai di più contano passione politica e risultati portati a casa.

Questo il succo dell’incontro di ieri con il popolo Pd dei candidati alle politiche, in primis quelli di punta nei collegi uninominali di Camera e Senato, Maria Elena Boschi e Gianclaudio Bressa. Il giro casa per casa è iniziato al circolo Pd di Don Bosco, guidato da Monica Bancaro, all’ex Masetti di via Resia. «Sono elezioni molto importanti», ha esordito il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini. «Si deciderà il nostro destino in Italia e in Europa. Guardiamo cosa sta succedendo a nord, specie in Austria: i blocchi e le chiusure operati dal centro destra, che sfrutta le preoccupazioni e il senso di paura dei cittadini. È l’effetto del bombardamento di notizie ansiogene, come nel caso di Macerata. Chi istiga all’odio genera disastri. Il Pd è l’unica forza politica che non fomenta l’odio ma cerca soluzioni per risolvere i problemi. Lavoriamo da molti anni con impegno e risultati anche nei quartieri come Don Bosco, dove creiamo coesione sociale». «Siamo di fronte ad un vento che spira forte da nord», ha sostenuto il candidato Pd alla Camera nei collegi plurinominali Mauro De Pascalis. «Noi dovremmo fungere da argine ai risultati delle elezioni in Austria e Germania. Si vincerà o si perderà anche solo per un voto, motivo per cui dovremo, tutti, andare casa per casa a convincere gli elettori». Elezioni ritenute fondamentali pure dal candidato Bressa, «perché si determinerà dove starà l’Italia in Europa nei prossimi anni». Forte la rivendicazione di quanto fatto a Roma negli scorsi 15 anni. Bressa ha parlato a lungo della territorialità: «Dobbiamo chiederci se conti di più la residenza sulla carte d’identità o la politica, ossia la capacità di mettere in gioco se stessi e realizzare qualcosa di concreto per il territorio. Noi, io e Maria Elena, non abbiamo nulla da nascondere e molto da vantare, bastino le 22 norme di attuazione approvate negli ultimi 5 anni, come l’ultima sull’idroelettrico, per non parlare della nuova concessione A22. Andranno a vantaggio di tutta la popolazione altoatesina».

Lungo l’incipit di Boschi sulle autonomie: «Nel dibattito politico nazionale di autonomie non si parlava da tempo. Cinque anni di battaglie parlamentari, dalla riforma costituzionale in avanti. In tanti volevano superare le autonomie, non prendevano in considerazione la tutela delle minoranze linguistiche. Ora scopriamo che stavano scherzando, che erano tutti autonomisti e che l’unica contro l’autonomia era la sottoscritta». Sono stati gli altri, ha chiarito Boschi, «a cambiare le loro posizioni. Noi del Pd, invece, non solo abbiamo difeso le autonomie speciali, ma le abbiamo implementate, con il lavoro mio e soprattutto dell’onorevole Bressa. Per aver lavorato con lui conosco i vostri problemi, faccio meno fatica di altri ad occuparmene. Ma l’ho fatto perché ci credevo, perché l’autonomia è un modello che funziona, che funge da esempio in Europa. La mia candidatura, fino a qualche mese fa probabilmente era impensabile, però non ho lavorato per l’Alto Adige con questo fine». Irrealizzabili, secondo Boschi, le proposte politiche degli avversari. Soprattutto, «guardano a orizzonti temporali brevissimi, 12-18 mesi. Non si chiedono, come il Pd, che paese vorremo fra 20 anni. Noi lo facciamo. Lo abbiamo fatto negli ultimi giorni in Alto Adige, parlando con le categorie economiche. Vogliamo uno sviluppo sostenibile: prodotti di alta qualità appetibili per l’estero ma salvaguardando sia l’ambiente che i diritti dei lavoratori». Pure sul tema sicurezza Boschi rivendica un ruolo altro, diverso. «Il modello Pd è vincente. Abbiamo replicato con fermezza quando occorreva ma, contrariamente al centro destra che aveva operato i tagli, abbiamo sbloccato i contratti delle forze dell’ordine, acquistato mezzi, avviato l’operazione strade sicure. Nel nostro programma ci sono nuove assunzioni e la cybersecurity».













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