Brennero

Brennero, cresce il muro austriaco

Vienna non si ferma: arrivati 80 gendarmi, controlli ai caselli A22. Già saltato l’accordo fra Alfano e Sobotka: montati i container per le identificazioni


di Alan Conti


BRENNERO. Dieci giorni esatti dopo la stretta di mano tra i ministri Angelino Alfano e Wolfgang Sobotka la situazione al Brennero è tutt’altro che rassicurante. Ottanta gendarmi sono arrivati in supporto della polizia austriaca al confine. Il governo di Vienna ha fatto installare container di identificazione sia sulla statale che sull'autostrada e i primi controlli sono iniziati vicino a Gries am Brenner e al Ponte Europa.

«Non costruiremo alcuna recinzione» l'annuncio all’unisono di Alfano e Sobotka (spalleggiati da Arno Kompatscher e Günther Platter) nell'area di servizio Rosenberger gestita da Omv il 14 maggio. Ieri, invece, nel parcheggio della stessa area di servizio, c’era un elevatore in una zona transennata con decine di pezzi solo da montare. Alle spalle un'altra cabina che servirà per le identificazioni. L'Austria, dunque, non ha cambiato idea.

Arrivati 80 gendarmi. Il governatore tirolese ha alzato la voce preoccupato dall’aumento dei migranti. Sobotka l’ha rassicurato inviando al confine 80 gendarmi pronti a collaborare ai controlli. Ieri gli agenti sono arrivati alla frontiera. I responsabili della gendarmeria li hanno accolti nella casa adiacente al confine utilizzata come quartier generale e poi, sotto una pioggia insistente, li hanno accompagnati per un sopralluogo. Ai poliziotti è stato spiegato il progetto di recinzione che Sobotka aveva assicurato di non voler costruire. Le forze dell’ordine, poi, sono state istruite anche sul metodo con cui dovranno essere fatte le identificazioni.

Cominciati i controlli. La stretta di Vienna ha portato agenti della gendarmeria anche nei pressi del casello di Schönberg, a 30 chilometri dal Ponte Europa, dove gli automobilisti devono pagare il pedaggio. Altri poliziotti sono stati inviati lungo la statale a ridosso di Gries am Brenner. Nessun posto di blocco, ovviamente, ma appena spunta un volto sospetto scatta la verifica dei documenti. «Nell’ambito degli accordi di Schengen cerchiamo di contenere il numero di persone che entrano in Austria irregolarmente» recita una nota della direzione della polizia tirolese che ha messo il bavaglio agli agenti. Vietato parlare con i giornalisti. Sui treni, intanto, continuano le scorte trilaterali ma si è fatta più stringente la sorveglianza italiana in stazione al Brennero. Tutti i convogli vengono passati al setaccio e a chi sosta nelle sale d’attesa viene chiesto il motivo. A Gries am Brenner, invece, non c’è traccia di poliziotti o ferrovieri austriaci. Tutti i locali sono chiusi, ad eccezione di una piccola sala d’aspetto.

I lavori per il muro. Se davvero l’Austria ha rallentato nella costruzione della recinzione lo ha fatto per pochissimi giorni. I lavori, infatti, continuano a pieno regime e ormai si scorge in modo abbastanza definito il perimetro lungo il quale sarà eretto il muro. Una piccola stradina che dalla statale porta al bordo dell’autostrada è stata completamente liberata da ogni impedimento. Alla stazione Rosenberger, invece, sono stati prediposti i pilastri e nei prossimi giorni arriverà il tetto che chiuderà la struttura destinata alle identificazioni.

Sempre lungo la statale, nei pressi della frontiera, sono stati levati alcuni strati di cemento dall’asfalto per fare spazio, secondo la cartellonistica, a una serie di dossi in grado di rallentare la circolazione dei veicoli per permettere un controllo visivo più veloce.

I migranti? Aumentano - ma di poco - e un modo per superare il confine, alla fine, lo trovano lo stesso.













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