Bressanone: cocaina tra i minori, allarme del Sert

Minardo: «Il problema esiste, ma il fenomeno è difficile da quantificare»


Tiziana Campagnoli


BRESSANONE. Il fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti tra i minorenni esiste, è in aumento soprattutto per quel che riguarda l'hashish, ma purtroppo resta abbastanza nascosto per la difficoltà dei genitori ad accorgersi del problema e la riluttanza degli stessi ragazzini ad ammetterlo. L'allarme viene lanciato dalla dottoressa Rossana Minardo, del Sert di Bressanone, che nel corso degli ultimi anni ha seguito molti adulti dipendenti da droga, ma ha anche incontrato ragazzini spinti dai genitori a parlare con un esperto. «La dipendenza dalle droghe esiste anche tra i minorenni, ma resta abbastanza nascosta e non è un fenomeno facilmente quantificabile - spiega la dottoressa Minardo - nella mia attività al Sert ho incontrato diversi ragazzini, letteralmente trascinati dai genitori che sospettavano un consumo di droga da parte dei figli, ma il risultato non è stato soddisfacente. Loro si mostrano educati, attenti ad ascoltare ogni mia parola, ma in rari casi ammettono il consumo. Il problema, in effetti, è difficile da affrontare». Secondo la dottoressa Minardo tra i minorenni girerebbe per lo più hashish, ma anche la cocaina inizierebbe a farsi strada: «L'hashish è facilmente individuabile - continua la Minardo - si fuma, e quindi se i ragazzini lo fanno a casa i genitori possono accorgersene più facilmente. La cocaina, invece... Come può fare un genitore a capire?». Quando la dottoressa Minardo ha dei colloqui con ragazzini sospettati di consumare droga, non cerca scorciatoie: «Con loro sono molto chiara - conclude la dottoressa del Sert - gli dico che la persona che gli procura l'hashish prima o poi arriverà con la cocaina e poi magari con l'eroina e quindi la strada per loro sarebbe tutta in salita. Un percorso verso l'illegalità e le patologie gravi. Mi ascoltano, ma nella maggior parte dei casi, non ammettono. Spero che questi arresti possano aprire la discussione e spingere i genitori a stare in allerta». Contrario a considerare tutti i giovani a rischio droga, Armin Mutschlechner, esperto di dipendenze per anni educatore in centri giovanili tedeschi: «Tutti i ragazzini, intorno ai 14-15 anni, cercano le esperienze un po' fuori dal normale, ma certo la cocaina è qualcosa di diverso, è sintomo di un problema che va risolto alla radice - spiega - La maggior parte dei ragazzini, brissinesi e non, sono bravi e sanno distinguere il bene dal male. Chi entra nel giro della droga, e sono pochi, ha sicuramente alle spalle una famiglia assente, vive in un contesto difficile e quindi è l'intera società che dovrebbe occuparsene». Senad Kobilic, del GiovaniConnection, preferisce non commentare: «Prima di esprimere giudizi aspetto l'esito delle indagini».

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