Bronzolo, sgomberato l'ex Espen: c'erano 16 clochard

Il sindaco ha firmato l'ordinanza di abbattimento della stamberga


Massimiliano Bona


BRONZOLO. Sgomberato ieri l'ex magazzino Espen, vicino alla Stazione, dove avevano trovato rifugio 16 mendicanti rumeni. «Vivevano come bestie - spiega il sindaco Benedetto Zito - e ho firmato l'ordinanza di demolizione».

L'ORDINANZA. Zito è andato sul posto, vicino alla Stazione, assieme ai carabinieri e alla ditta incaricata dell'abbattimento di parte dell'edificio, la Cavatton di Laives. «Ho firmato l'ordinanza - spiega il primo cittadino - per una questione di sicurezza e di igiene pubblica. Dovranno essere abbattuti l'ingresso e la tettoia. Gli escavatori entreranno in azione nelle prossime ore». Il provvedimento è urgente.

«Chiunque, dormendo in quell'edificio, rischia la vita. Le travi non reggono e non potevamo aspettare oltre. Confesso che questa gente mi fa pena, perché è costretta a vivere in condizioni indecorose, tra i rifiuti e gli escrementi, ma non c'era davvero alternativa. Dovranno trovarsi un altro rifugio di fortuna. La destinataria dell'ordinanza è la Schönbau, proprietaria dello stabile». Ieri sono state allontanate 16 persone. La scorsa settimana, nel corso di un blitz notturno, erano stati sgomberati 13 mendicanti.

I CLOCHARD. Fanno l'elemosina di giorno al cimitero e davanti all'ospedale e tornano la sera a Bronzolo, camminando a piedi lungo la Statale, con il materasso in spalla. Le ultime segnalazioni sui clochard che vivono da mesi nell'ex magazzino Espen a Bronzolo risalgono a domenica sera. Alcuni residenti li hanno intercettati a piedi, tra Laives e Bronzolo, mentre portavano materassi usati in spalla in attesa di raggiungere il vecchio stabile di proprietà di un'immobiliare, che sarà abbattuto a breve per porre fine a questa situazione di degrado, per la quale si sono già attivati Comune, carabinieri di Egna e Bronzolo ma anche il Commissariato del Governo. Non si tratta di clandestini, come si pensava in un primo tempo, ma di un gruppo di rumeni, con i documenti in regola, che vivono tra topi e rifiuti di notte e fanno l'elemosina di giorno.

LE DENUNCE. Sabato sera i carabinieri di Ora ne hanno denunciati altri due, il 29enne G.C.G. e il 20enne N.G., entrambi senza fissa dimora. Ad entrambi è stato contestato il reato di «ingresso arbitrario in luoghi ove l'accesso è vietato nell'interesse militare dello Stato». I due mendicanti, di fatto, senza farsi troppi problemi si erano introdotti nel campo sportivo di pertinenza del Settimo reggimento dei carabinieri di Laives, all'altezza della caserma Guella.

In occasione del primo «blitz» notturno erano state debunciate invece complessivamente 13 persone: N.A. di 46 anni, E.G., una donna di 35 anni, T.J. di 49 anni, G.J.D. di 29 anni, N.G. di 57 anni, A.C. di 19 anni, V.T.P. di 27 anni, J.F.B di 20 anni, N.G. di 35 anni, M.J, una donna di 19 anni, C.C. di 46 anni, G.V. di 34 anni e T.G. di 30 anni.

La prima ordinanza era stata emessa dal sindaco Benedetto Zito a gennaio e obbligava i proprietari «a risanare tutte le parti pericolanti o a rendere inaccessibile il fabbricato con idonee opere murarie non facilmente amovibili». Gli interventi non sono stati fatti e i mendicanti hanno continuato a viverci. Almeno fino all'ennesimo intervento delle forze dell'ordine di ieri.

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