Brunico, i referti sanitari consegnati solo in tedesco

E anche una lettrice si lamenta per il bilinguismo assente «Pure le conferenze informative ignorano l’italiano»


di Aldo De Pellegrin


BRUNICO. Qualche giorno fa, avendo purtroppo il padre affetto dal morbo di Alzheimer, una residente di madrelingua italiana della Val Badia si è presa un pomeriggio libero per partecipare ad una conferenza, pubblicizzata in italiano dall'ospedale di Brunico, proprio sugli argomenti dell'Alzheimer e della "demenza senile". Purtroppo però, come racconta lei stessa "di italiano ci sono stati solo i saluti e la giustificazione dell'assenza di alcuni relatori". Per il resto, nell'incontro che era parte di una campagna di sensibilizzazione e di una mostra fotografica che stanno facendo tappa negli ospedali della provincia, in lingua italiana non si è sentito altro. «Nel dubbio che ciò potesse accadere - scrive ancora la signora della Val Badia - ancora la mattina stessa ho verificato su internet che l’incontro si svolgesse in lingua italiana e nulla mi ha fatto pensare il contrario. Così mi sono recata a Brunico ma, dopo circa mezz'ora di conferenza esclusivamente in lingua tedesca, demoralizzata ho deciso di abbandonare. Sono amareggiata, e più di prima mi sento isolata rispetto alla malattia che affligge mio padre. Possibile che non vi sia nessun riguardo per chi è di lingua italiana? Che ancora una volta il bilinguismo venga dimenticato proprio da una struttura pubblica che fa uso di sforzi e denari di tutti?»

La protesta, riferita al Comprensorio sanitario di Brunico, non è l'unica e va anche al di là di quelle che sono le conferenze divulgative, toccando invece anche settori ancora più privati, come i referti medici. Anche in quest'ambito, il bilinguismo all'ospedale di Brunico, pare sia applicato solo "su richiesta". Del paziente di lingua italiana, naturalmente. Perché tutti i referti medici vengono ormai rilasciati "in automatico" in lingua tedesca, senza curarsi, come invece suggerirebbero il rispetto per il paziente ed il buon senso prima ancora della norma sul bilinguismo, della lingua d'uso del paziente ed anche di quella del suo medico curante. Così è successo anche che un paziente, affetto da una patologia assai seria per la quale ha pensato di chiedere un consulto anche in un ospedale italiano, abbia dovuto chiedere l'intera traduzione dei referti medici relativi ai suoi esami che, pur essendo lui palesemente di lingua italiana, gli erano stati consegnati "regolarmente" in lingua tedesca. Ciò naturalmente, ha comportato un doppio lavoro per gli addetti ed i medici ed anche dei rinnovati tempi di attesa per il paziente, dopo quelli già non brevi per ottenere visite ed esami. Del resto, per rispettare l'obbligo del bilinguismo, che peraltro la sanità altoatesina retribuisce anche se ama spesso "aggirarlo" con i contratti "a chiamata", non servirebbe molto. Sarebbe sufficiente una sola domanda preliminare al paziente e al suo medico curante per evitare polemiche e disagi che vanno a colpire sempre la parte più debole della popolazione, nello specifico quella anziana e gli ammalati. Senza tenere conto che il linguaggio medico è complesso già di suo e che spesso, anche chi vivendo e lavorando in Alto Adige ha una buona conoscenza della lingua tedesca, trova comunque le sue difficoltà ad interpretare correttamente la complessa terminologia sanitaria, già non sempre usuale nella propria lingua madre.













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