LA PROTESTA

Buoni pasto, la pizzeria «taglia» il valore del 20%

Il titolare della Grolla: «Strangolati dalle commissioni. I clienti capiranno»



BOLZANO. Leonardo Dicello, titolare della pizzeria La Grolla di viale Druso, non ce la fa più e lo ha fatto capire con un cartello affisso ieri pomeriggio - 11 aprile - . Fa parte del gruppo di affiliati a Confesercenti che da mesi sta studiando la situazione per cercare una scappatoia per la questione "buoni pasto", ma questa settimana ha pensato al gesto plateale.

A mandarlo su tutte le furie sono stati due fatti. A inizio settimana ha ricevuto da una delle tante società emettitrici di buoni pasto il pagamento delle fatture di inizio gennaio: migliaia di euro. E poi un’altra società ha inviato una missiva, chiedendo ai gestori di locali di applicare ai clienti un’ulteriore scontistica del 5% qualora volessero essere pagati velocemente.

«Le società - spiega Dicello - incassano subito. Già su di noi pesa una scontistica che parte dal 7% ma che in più casi ha raggiunto il 12,5%. Poi ci sono da contare i 37 euro di noleggio mensile della macchinetta Pos, e ogni società vuole la sua, più 50 centesimi a ogni strisciata, più 15 centesimi defalcati dalla fattura per ogni buono pasto. Adesso, per avere i soldi velocemente, ossia in tempi ragionevoli perché io non sono mica una banca, dovrei applicare un’ulteriore scontistica del 5%? Una follia».

Quindi alla Grolla si continuerà a ritirare tutti i buoni pasto di tutte le società, «ma a quelli da 4,28 euro abbasseremo il valore del 20%. Idem a quelli da 3,40 euro, da 4,88 e da 5. A tutti quanti decurteremo il 20%». Forse, si augura Dicello, così Provincia, Asl, Comune, Poste eccetera capiranno. «Basta gare al massimo ribasso. Vogliono far pagare poco ai dipendenti, scaricando il 100% della spesa? Bene, ma non lo facciano sulle nostre spalle».













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