Cacciatori minacciati, ora indaga anche la Digos

Imbrattata la sede ai Piani: «Vigliacco, prima o poi ti prenderai una pallottola» È il secondo episodio dopo quello di giugno. Il direttore: «Sono preoccupato»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Heinrich Aukenthaler, direttore dell’associazione altoatesina cacciatori dal lontano 1982, questa volta è preoccupato davvero. Ignoti - la polizia sta indagando anche nel mondo delle associazioni animaliste ma non solo - hanno imbrattato l’ingresso della sede ai Piani di Bolzano con minacce di morte. Quantomai esplicite. E, fatto ancora più grave, non si tratta della prima volta. Un episodio analogo era accaduto nel giugno scorso. C’è qualcuno che odia i cacciatori e, probabilmente, non condivide nemmeno la linea della Provincia e dei contadini su orsi e lupi, attualmente al centro di una serie di incontri a Roma con il premier Gentiloni e a Bruxelles, a livello di Unione Europea.

Le minacce. Ma facciamo un passo indietro e torniamo alle minacce, quantomai esplicite, che risalgono alla notte tra sabato e domenica. Che sono scritte in dialetto sudtirolese, segno evidente che bisogna indagare soprattutto nel mondo tedesco. La traduzione è più o meno questa: «Cacciatore vigliacco, prima o poi prenderai di sicuro una pallottola. Oggi, domani o quando sarà». L’autore delle scritte dimostra di conoscere anche la letteratura tedesca. Non è, dunque, la bravata di un ragazzino. «Viene citata anche una poesia bavarese del 1870, in cui si parla di un bracconiere ucciso vicino al Tegernsee». Un ammonimento che in un’altra regione italiana avrebbe avuto il significato di un avvertimento. Anche in questo caso, peraltro, la minaccia sembra reale. «La discussione tra chi è pro e chi è contro la caccia - commenta Aukenthaler - in Alto Adige sta diventando sempre più aggressiva e violenta. E c’è solo da sperare che dalle parole non si passi ai fatti. Non credo siano minacce alla mia persona ma alla categoria nel suo complesso». Si ritiene che nella vicenda possa essere coinvolto un gruppo locale che detesta la caccia. «Ce ne sono sia fra gli italiani che fra i tedeschi. Di sicuro gli autori, nell’ultimo periodo, sembrano aver alzato il tiro, pur essendosi fermati alle minacce».

Il precedente a giugno. Come ricorda lo stesso Aukenthaler c’è un precedente che risale a giugno, sul quale sta indagando sempre la polizia. «La calligrafia non è la stessa - sottolinea il direttore dell’associazione cacciatori - e ciò mi fa pensare che siano coinvolte più persone. In quel caso viene presa di mira una foto, relativa ad un convegno di cacciatori, a cui è stata aggiunta la scritta “Uccideteli tutti”».

Nella foto è ritratto anche un sindaco della val Venosta, di cui Aukenthaler ieri ha preferito non fare il nome.

«I lupi? Ne abbiamo più del Canada o della Germania». Sul tema lupi i cacciatori sono solidali con la Provincia e i contadini. «Il nostro compito è soprattutto quello di segnalarne la presenza. Attualmente sul nostro territorio ce ne sono cinque o sei. La loro presenza, se facciamo riferimento alla densità del territorio, è maggiore in proporzione rispetto al Canada o alla Germania. Capisco, quindi, l’atteggiamento degli agricoltori. Gli orsi? Sono tre o quattro e vengono dal Trentino. Regolamentarne la presenza mi sembra sensato, ma questo genere di scelte spetta alla politica e non ai cacciatori».

La Lav si chiama fuori. «Condanniamo senza riserve le minacce di morte ai cacciatori altoatesini - ha commentato ieri in una nota Eros Torbol - ma non accettiamo accuse generalizzate. In ogni caso non è accettabile puntare il dito contro tutta una categoria per le responsabilità di un singolo». Visto il precedente i responsabili, secondo Aukenthaler, sono almeno due. «La Lav - prosegue Torbol - opera da anni esclusivamente con metodi non violenti, per il riconoscimento dei diritti degli animali, primo fra tutti quello di vivere la propria vita senza correre il rischio di essere fucilati dai cacciatori». La Polizia, per adesso, non commenta. Le indagini sono ancora in corso.

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