Caldaro, parassiti nell’acqua del lago Benin minimizza

CALDARO. Un tuffo nelle acque di Caldaro è un classico estivo per gli altoatesini e per i turisti. Sarà bene ricordarsi, però, di farsi una doccia all’uscita o, in alternativa, sfregarsi con bene con...



CALDARO. Un tuffo nelle acque di Caldaro è un classico estivo per gli altoatesini e per i turisti. Sarà bene ricordarsi, però, di farsi una doccia all’uscita o, in alternativa, sfregarsi con bene con l’asciugamano. Una precauzione, per la verità, che viene sempre dettata dal buon senso ma che trova nelle ultime ore una motivazione in più. Nelle acque, infatti, sarebbero state rinvenute le larve di alcuni parassiti, le cercarie, capaci di innescare dermatiti fastidiose alla pelle. Niente di particolarmente grave: dieci giorni di irritazione e poi il tutto scompare, ma se si può evitare meglio prestare un poco di attenzione.

Da dove arrivano, però, queste cercarie? Si tratta di parassiti che crescono e proliferano nelle feci delle anatre. Una volta in acqua tendono naturalmente ad agganciarsi alle lumachine, ma se trovano un lenbo di pelle si fanno bastare l’alternativa. Purtroppo sono anche totalmente invisibili. Per sopravvivere, oltretutto, hanno bisogno di una temperatura del lago superiore ai 24 gradi: con le ultime giornate calde un valore tranquillamente arrivabile e superabile. Praticamente un effetto boiler. Non a caso sono circa una decina, finora, gli episodi di dermatite registrati.

La vicenda, comunque, non scuote più di tanto il sindaco di Caldaro Gertrud Benin: «Non è assolutamente nulla di grave e capita ad ogni inizio estate. Non temiamo alcuna ripercussione sul fronte turistico o sulla presenza dei bagnanti semplicemente perchè le precauzioni per evitare l’irritazione sono molteplici. Oltre alla doccia e allo sfregamento dell’asciugamano, infatti, può anche bastare una crema solare protettiva che sia anche resistente all’acqua». (a.c.)

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