Campagna low cost per il «fronte del no»

Spot audio per i grillini, “mani legate” per Union, Freiheitlichen senza manifesti e solo un paio di comunicati per il Pd


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La macchina organizzativa del nutrito “fronte del no” al referendum sulla democrazia diretta del 9 febbraio - quando sarà misurato il gradimento degli altoatesini sulla proposta di legge passata in Consiglio con i soli voti della Volkspartei (con la necessità di raccogliere prima 8 mila e poi 26 mila firme per arrivare al referendum) - ha iniziato a muoversi. Magari con un «Andamento lento», volendo usare le parole della celebre canzone di Tullio De Piscopo e Tony Esposito, ma tutti hanno iniziato a marciare nella stessa direzione, dando prova anche di una certa creatività.

Il Movimento Cinque Stelle, in uno spot audio destinato alle radio (che non è ancora stato trasmesso solo per una questione di costi), invita «a portare a votare anche la nonna», ricordando che si tratta «di una legge ammazza-referendum». Duro anche il manifesto preparato dagli attivisti di M5S per spiegare, sinteticamente, le ragioni del no. «Votate no alla legge Svp che dice: “Il popolo può parlare, tanto poi decidiamo noi». In prima linea, oltre al consigliere provinciale Paul Köllensperger, anche Maria Teresa Fortini. «Per lo spot ci siamo affidati a Mauro Manzo, che aveva firmato il video nazionale “M5S, l’ultimo treno per la democrazia”. Ma, almeno per ora, nessuno ha accettato di trasmetterlo gratis. Il messaggio, comunque, è chiaro: decidi di decidere per cercare di cambiare le cose».

BürgerUnion, Wir Südtiroler e Ladins hanno puntato su un’immagine ancora più forte: una persona con i polsi legati che stringe in mano un foglio di carta con la scritta «Nein». A sottolineare come questa legge, di fatto, limiti la democrazia diretta e la partecipazione civica.

Manifesto minimalista invece per il gruppo Verde che ha scelto due occhi (su sfondo Verde ovviamente) per dire “no”. Anche per Riccardo Dello Sbarba & Co. si tratta di una legge che limita fortemente la partecipazione popolare. Ancora più “asciutta” la propaganda da parte di Sel, che ha organizzato una serie di banchetti in tutta la città ma ha stampato manifesti con un coloratissimo arcobaleno e un «No» a caratteri cubitali.

I Freiheitlichen, pur essendo per il “no”, hanno rinunciato ai classici manifesti, ma solo per una questione meramente economica. «Restiamo convinti - spiega il consigliere provinciale Pius Leitner - che ci siano mille motivi per bocciare la legge della Volkspartei ma dovendo far quadrare il bilancio del partito abbiamo rinunciato agli spazi per le affissioni». Anche il Pd è contro la linea della Svp, ma ha scelto di non calcare la mano. «In questo periodo siamo alle prese - spiega Alexander Tezzele - anche con il rinnovo dei vertici del partito». Premesso questo il Pd dice “no” «perchè la legge sottoposta a referendum presenta numerose incongruenze, tra cui l’obbligo, per un referendum propositivo, di raccogliere due volte le firme per lo stesso quesito, un numero di firme troppo elevato e la mancanza della possibilità di referendum confermativi».

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