Caos Regione, salta il voto sulla giunta 

Sorpresa, serve l’allargamento a sei. Bufera nella Svp. Rabbia della Lega: «Si vada a sette, non sacrifichiamo Rita Mattei»


di Francesca Gonzato ; w; Caos e veleni, confusione e rimpallo delle responsabilità. E nessuna giunta regionale. Giornata assurda ieri a Trento. Salta il voto sul nuovo esecutivo, perché nessuno si è «accorto» che lo Statuto prevede un vice presidente tedesco. Per averlo, si dovrà tornare alla ipotesi di partenza della giunta a sei, a quel punto con Claudio Cia (Agire) e Giorgio Leonardi (Forza Italia) per mettere tranquilla la maggioranza trentina) e una sudtirolese al posto di Rita Mattei. «E no, allora si vada a sette, perché non può essere Rita Mattei, insieme al gruppo italiano, a fare le spese di questa situazione assurda», rincara la Lega bolzanina. Che la politica e i funzionari regionali scivolino sullo Statuto di Autonomia sembra surreale. Ma così è andata. C’è chi sospetta che qualcuno sapesse e abbia taciuto. Se anche fosse, resta l’imperizia di tutti gli altri. Una giornata da dimenticare.


BOLZANO. Caos e veleni, confusione e rimpallo delle responsabilità. E nessuna giunta regionale. Giornata assurda ieri a Trento. Salta il voto sul nuovo esecutivo, perché nessuno si è «accorto» che lo Statuto prevede un vice presidente tedesco. Per averlo, si dovrà tornare alla ipotesi di partenza della giunta a sei, a quel punto con Claudio Cia (Agire) e Giorgio Leonardi (Forza Italia) per mettere tranquilla la maggioranza trentina) e una sudtirolese al posto di Rita Mattei. «E no, allora si vada a sette, perché non può essere Rita Mattei, insieme al gruppo italiano, a fare le spese di questa situazione assurda», rincara la Lega bolzanina. Che la politica e i funzionari regionali scivolino sullo Statuto di Autonomia sembra surreale. Ma così è andata. C’è chi sospetta che qualcuno sapesse e abbia taciuto. Se anche fosse, resta l’imperizia di tutti gli altri. Una giornata da dimenticare.

LA CRONACA. Il consiglio regionale era convocato ieri mattina alle ore 10 per l’elezione della giunta e dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale. Lo schema fissato fino alla sera prima, dopo due votazioni nella Svp, era di una giunta a cinque: Kompatscher, Maurizio Fugatti, Cia, il ladino Manfred Vallazza e Rita Mattei.

Da Trento era arrivata la voce di problemi in corso, perché Forza Italia non rinunciava a inserire Leonardi nell’esecutivo.

La sorpresa, ieri mattina. Alle ore 9 si riuniscono i capigruppo. Intorno alle ore 9.10 il presidente Arno Kompatscher, designato anche presidente regionale, si affaccia nella sala delle riunioni e chiama il presidente del consiglio regionale Roberto Paccher.

La bomba viene sganciata così. L’ordine del giorno firmato dallo stesso Paccher recita: «Elezione dei due vice presidenti della Regione». Non è così, dice Kompatscher a Paccher: lo Statuto di autonomia (articolo 36, comma 3) prevede espressamente un vice presidente del gruppo italiano e uno del gruppo tedesco. «Con me presidente, il secondo assessore di lingua tedesca non ce l’abbiamo», è la sintesi evidente di Kompatscher.

Bufera nella maggioranza, Svp sotto choc. Interruzioni della seduta, sfuriate, sospetti, ma questa è la situazione.

GLI SCENARI. Per avere il secondo assessore sudtirolese si deve allargare la giunta a sei, inserendo un altro eletto della Svp e facendo saltare per la seconda volta l’elezione ad assessora di Rita Mattei, già rimasta fuori dalla giunta provinciale. In questo caso la Svp dovrebbe proporre l’assessora provinciale Waltraud Deeg (in pole) o Maria Hochgruber Kuenzer: per il divieto di cumulo delle indennità l’operazione sarebbe a costo zero. La seconda ipotesi (improbabile) è che Maurizio Fugatti faccia per cinque anni il presidente regionale, con Kompatscher vice. La terza ipotesi è quella lanciata subito per la Lega di Bolzano da Carlo Vettori (capogruppo) e Massimo Bessone: «Andiamo a sette, entri Rita Mattei, che pure sarebbe a costo zero perché vi ce presidente del consiglio provinciale». Giunta a sette? La Svp al momento non ci sente. Pare che non sia possibile, infine, rinunciare al vice tedesco.

SEDUTA SOSPESA. Qualcuno ieri mattina ha provato a dire «votiamo subito?». L’Obmann Philipp Achammer si è inalberato. «Per due volte gli organismi della Svp hanno votato, non senza difficoltà, per la giunta a cinque. Mi rifiuto di dare il via libera a un aumento a sei, o addirittura a sette, senza passare dal partito», sintetizza Achammer. Seduta rinviata a mercoledì. Lunedì ennesimo Parteiausschuss della Svp.

I SOSPETTI. Come è possibile scivolare sullo Statuto? Politici e funzionari sono chiamati in causa. Achammer reagisce: «Sono talmente infuriato, che non ho parole. Stiamo cercando di capire le responsabilità di questa figuraccia. Alla fine ce ne facciamo carico noi politici, ma ci sono anche i funzionari che preparano le sedute e dovrebbero prepararle bene». Nessuno lo dice, ma tra i tanti veleni nella Svp si guarda con sospetto a chi, come Kompatscher e Fugatti, dall’inizio puntavano sulla giunta a sei. Kompatscher rispedisce: «La verità è che sono stato l’unico a leggere le carte. Avrei potuto farmi eleggere presidente, e poi dire “sapete che c’è? Serve un altro assessore del gruppo tedesco”». Perché solo ieri mattina? «Per scrupolo ho letto la convocazione del consiglio regionale di cinque anni fa, dove era prevista l’elezione del vicepresidente di lingua tedesca e di quello di lingua italiana. Una formulazione diversa dall’ordine del giorno di oggi (ieri, ndr). Ho letto allora lo Statuto e lanciato l’allarme». Mai assistito a un avvio di legislatura così avvelenato e difficile.

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