Cappella del Calvario, vandali in azione

La rabbia del sindaco di Appiano: pagherà il Comune ma mi chiedo se tutte le famiglie insegnino il rispetto per i beni altrui


di Massimiliano Bona


APPIANO. Rabbia e stupore. Il sindaco di Appiano Wilfried Trettl ha scritto ieri una lunga nota per stigmatizzare il comportamento - probabilmente di alcuni giovani annoiati - che hanno imbrattato la cappella del Calvario. Costruita nel 1716, la chiesa del Calvario (che si trova poco più sopra) chiude la Via Crucis di Appiano, creata tra il XVIIIesimo e XIXesimo secolo dai Padri di Appiano, che si ispirarono alla Chiesa del Calvario di Bolzano. Si tratta di una basilica con due piccole cupole, volta a crociera e decorazioni con stucchi di fattura rinascimentale. Ci vanno ogni anno centinaia di turisti per il panorama davvero incantevole su San Michele e sulle vallate dell’Oltradige.«Purtroppo la prima cappella che porta alla chiesa del Calvario è stata nuovamente imbrattata da ignoti con graffiti su gran parte della sua superficie. Già l'anno scorso è accaduta una cosa simile. Per l’ennesima volta, si dovrà, dunque, procedere a un risanamento con soldi pubblici, che non sarebbe stato necessario. È spiacevole che alcune persone non abbiano rispetto del patrimonio pubblico e non pensino neanche lontanamente che, con un simile atto, non solo danneggiano un monumento di grande valore artistico, ma ledono i sentimenti di molte persone che vi passano davanti o che si fermano per una preghiera, in silenzio, o un pensiero. Chi ha visto o sentito qualcosa è pregato di rivolgersi al Comune o alla Polizia municipale».

Trettl ne fa poi anche una questione di educazione. Che ad alcuni giovani, purtroppo, sembra mancare. «Mi auguro che all’interno delle famiglie si affronti il tema del rispetto dei beni propri ma soprattutto altrui. Dobbiamo forse installare telecamere ovunque per prevenire questo tipo di atti? La Giunta si è già espressa a favore di un ripristino della cappella». Trettl aggiunge poi il commento della concittadina che ha trovato la cappella imbrattata. «Ho anche pensato che i graffiti sono, in fin dei conti, una forma d'arte, anche se il contrasto con le stazioni della Via Crucis non rientra proprio nel nostro immaginario, ma credo che ‘al buon Dio non importerà’ perché è superiore a queste cose, e forse non dovreste più investire denaro per far rimuovere i graffiti, ma lasciarli lì per evitare che non ne vengano disegnati altri …” Questi pensieri mi hanno colpito: affrontare i problemi non con rabbia, ma con serenità, è un atteggiamento lodevole ed esemplare». Se dovessero essere rintracciati i responsabili dovranno, come minimo, pagare il conto.

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