BOLZANO

Carabiniere disperso a Villandro, continuano le ricerche

Da domenica pomeriggio non c’è traccia di Paolo Russo, 35enne maresciallo del Settimo Reggimento di Laives


di Alan Conti


VILLANDRO. Il maresciallo dei carabinieri del Settimo reggimento di Laives Paolo Russo, 35 anni, domenica aveva deciso di trascorrere alcune ore immerso nella natura che circonda Villandro. Una mattinata in montagna prima di incontrarsi con alcuni amici al campo sportivo di Barbiano nel primo pomeriggio. Questo era il programma di una giornata dove qualcosa è andato storto, perché del militare dell'Arma, abruzzese d’origine ma residente a Bolzano, si è persa ogni traccia.

Sono stati proprio gli amici che lo attendevano a lanciare l'allarme. Impossibile rintracciarlo al cellulare. Immediatamente, quindi, si è attivata la macchina dei soccorsi con il coinvolgimento degli elicotteri Pelikan 2 ed Elikos degli uomini del soccorso alpino e delle sezioni di Sarentino e Bressanone dell'Alpenverein. Presenti anche diverse unità cinofile della guardia di finanza e i vigili del fuoco volontari della sezione di Villandro, guidati da Walter Klammer. Prima di tutto i ricercatori si sono occupati di ricostruire tutti i movimenti del carabiniere. La sua Seat Leon blu è stata ritrovata nel parcheggio della baita Gasser: l'ultimo maso raggiungibile con la macchina prima di imboccare i vari sentieri che si snodano sull'Alpe di Villandro. Russo ha puntato verso il Rifugio Stöffl sul Monte Villandro a 2.509 metri di quota. Un punto da cui si gode di un meraviglioso panorama a 360 gradi che abbraccia il Passo Sella, la Val Gardena, l'Alpe di Siusi, l'Altopiano del Renon, Carezza, il Latemar fino al Monte Baldo in lontananza. Il maresciallo è arrivato fino alla cima perché i colleghi carabinieri hanno rintracciato la sua firma sul libro degli ospiti della malga. È l'ultima sua traccia. Russo, poi, avrebbe dovuto seguire il percorso in discesa sul versante di Barbiano dove, appunto, lo attendevano gli amici per assistere alla partita di calcio. Un tragitto non difficile, ma che richiede una certa attenzione anche agli escursionisti più esperti. Si può, infatti, cadere se ci si allontana troppo dal sentiero tracciato. Gli ottanta soccorritori hanno cercato Russo dalle 18 all’una e mezza di domenica, utilizzando i fari dei pompieri per illuminare a giorno, e ancora per tutta la giornata di ieri. In mattinata le operazioni hanno coinvolto nuovamente il Pelikan 2, almeno fino a quando c’è stata un’altra emergenza in provincia. Un grande sforzo, purtroppo, senza esito. Il timore è che Russo possa aver scelto un itinerario non convenzionale cadendo in un dirupo.

Il soccorso alpino di Renon, coordinato da Gottfried Fuchsberger, ha impiegato 12 uomini e le unità cinofile proprio sul versante di Barbiano.

«Stiamo cercando di capire cosa possa essere successo perché si tratta di un caso davvero molto strano. L'unica informazione sicura, purtroppo, è che ha firmato il libro degli ospiti in quota». Russo è fidanzato con una giovane donna bolzanina in apprensione in queste ore con tutta la famiglia, gli amici e i colleghi. Oggi le ricerche continueranno senza sosta.

 













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