Caramaschi: bene premere sui Comuni

Al Consorzio oggi la norma sui tagli a chi non ospita. Stocker: «Hanno capito». Via da Bolzano altri 200 migranti


di Francesca Gonzato


BOLZANO. All’inizio c’è stato il pressing solo di Renzo Caramaschi, poi si sono aggiunti altri sindaci. E la soluzione è arrivata. Il Consorzio dei Comuni discuterà oggi la norma che prevede tagli ai fondi per gli investimenti (le opere pubbliche) dei Comuni che non accolgono i richiedenti asilo. Come anticipato ieri, il meccanismo è stato ideato all’interno del Consorzio stesso, in collegamento con l’assessore Arnold Schuler. Oggi è previsto prima un incontro tra Schuler e il presidente del consorzio Andreas Schatzer per gli ultimi dettagli, poi la seduta dei sindaci. Si è arrivati ai tagli per sbloccare una situazione che vede ancora troppi Comuni opporre resistenza alla ospitalità. La Provincia ha in mano un’arma straordinaria: ogni anno va firmato l’accordo sulla finanza locale, con i trasferimenti provinciali ai Comuni.

«Volevamo trovare un meccanismo che fosse sufficientemente incisivo per convincere i Comuni più resistenti», spiega Schuler, «Non sarebbe stata sufficiente una penalizzazione di poche decine di migliaia di euro. Qualcuno avrebbe preferito pagare pur di non accogliere. Ma così altri Comuni avrebbero dovuto ospitare i migranti rifiutati. E questo non sarebbe giusto». Il fondo per gli investimenti comunali prevede che il 60% delle assegnazioni ad ogni amministrazione sia collegato a progetti specifici. Il 40% viene trasferito di diritto,suddiviso in due rate a gennaio e marzo. La seconda rata verrebbe congelata ai Comuni che non accolgono, fino a quando non organizzeranno l’ospitalità. Due esempi: Corvara perderebbe 140 mila euro all’anno su 710 mila. Caldaro verrebbe penalizzato con 360 mila euro su 1,8 milioni di euro. Il sindaco Renzo Caramaschi incassa il suo personale successo: «A forza di insistere e ancora insistere, finalmente si è mosso qualcosa. Il presidente Arno Kompatscher e l’assessora Martha Stocker hanno capito che Bolzano era troppo sotto pressione. Adesso i Comuni rispondono. Non abbiamo risolto ancora tutti i problemi del capoluogo, ma la norma, se verrà attuata, è un buon passo avanti».

Il punto di svolta sono i progetti Sprar che stanno diffondendosi nei Comuni grazie alla formula dei piccoli gruppi.

Bolzano ospita attualmente circa 800 richiedenti asilo. «Secondo noi sono 400 più di quanti ci spetterebbero in base alla popolazione», ricorda Caramaschi. In gennaio, secondo la situazione aggiornata, altri 200-250 migranti lasceranno Bolzano per le vallate. «Contiamo di arrivare a 400», conclude Caramaschi, «perché oltre ai richiedenti asilo resta forte il problema dei migranti senza tetto, al di fuori dei circuiti ufficiali». La giunta provinciale aveva annunciato il pugno di ferro. «Sono contenta che i sindaci abbiamo trovato al loro interno una buona soluzione», commenta Martha Stocker, «È finalmente passato il principio della necessaria solidarietà tra i Comuni. Tra dicembre e gennaio sarà possibile accogliere nei Comuni altre 230 persone. Ulteriori 60 richiedenti asilo verranno ospitati nella caserma Schenoni, in via di ristrutturazione. Ci servono però altri posti, anche per fronteggiare i nuovi arrivi».

Non è stato semplice raggiungere una mediazione all’interno del Consorzio dei Comuni. Quando la Provincia ha lanciato i primi avvertimenti «guardate che ci saranno conseguenze per chi non accoglie», la prima risposta è stata «no ai tagli, premiate piuttosto i Comuni che ospitano». Caramaschi ribadisce: «Siamo di fronte a un problema molto grande. Ognuno deve fare la propria parte».

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