Caritas a fianco dei profughi: «Vigileremo» 

Assistite 127 persone nelle case per i rifugiati: «Controlleremo che ricevano un trattamento equo»



BOLZANO. Ma non c'è solo lo Stato, il Comune, la Provincia ad affrontare di petto l'emergenza immigrati. La Chiesa è in prima linea. A Trento, Lauro Tisi, ha chiesto l'altro giorno di attivare tutti i canali per ospitare “perché è nell'ospitare che passa la vita”. A Bolzano Ivo Muser ha posto l'accoglienza al centro delle sue pastorali. Ma l'ha anche strutturata, affidando in particolare alla Caritas diocesana gli strumenti e le risorse per affrontare l'impegno. «Ad oggi - dice Alessia Fellin, una delle funzionarie che seguono le “case per i profughi” - sono esattamente 127 le persone che noi seguiamo, sia semplicemente offrendo loro assistenza e riparo che percorsi specifici di accoglienza». Quante sono queste “case”? Tante. E tutte distribuite sul territorio a costituire una rete virtuosa sempre in grado di intervenire anche supportando le carenze e le difficoltà di quelle pubbliche o laiche. Si trovano a Bolzano, Merano, Prissiano, Vandoies, Malles, Castelrotto, Bressanone, Prati, Renon e Brunico. Vengono coordinate dalla casa madre in via Cassa di Risparmio a Bolzano ma sono dotate anche di autonomia di intervento nei singoli casi o emergenze. A Bolzano esistono due strutture. Una si trova in via Merano, l'altra in via Castel Weinegg. Poi c'è il servizio di consulenza. Che è quello che opera sul campo con tutta una serie di politiche attive. Caritas tiene a precisare che questi servizi sono “offerti alle persone indipendentemente dalla loro provenienza, religione, opinione politica, appartenenza etnica o sociale”. In particolare, dicono ancora gli assistenti «cerchiamo soluzioni per i bisogni primari come l'alloggio, il vitto, il vestiario e l'assistenza medica». E poi, giusto in questa fase politica di stretta su questo piano e su quello della sicurezza “affianchiamo i profughi nella richiesta di asilo politico e ci assicuriamo che ricevano un trattamento equo”. Poi il grande tavolo dell'integrazione. Qui Caritas si muove sia in senso diretto, coordinando enti o associazioni, ma anche in senso indiretto: provando ad accrescere la sensibilità generale nei confronti dei richiedenti asilo. Comuni e Provincia, insomma, hanno un partner di grande esperienza su cui contare. (p.c.)













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