Case più piccole, il Comune ci ripensa

Incontro urgente con Legacoop, Kvw e Confcoop. L’assessore Pasquali: la metratura massima sarà superiore ai 77 mq


di Davide Pasquali


BOLZANO. Appartamenti in cooperativa sui terreni messi a disposizione dal municipio nella nuova zona di espansione oltre viale Druso. Su pressione della cooperazione, il Comune ora fa marcia indietro: si potranno realizzare appartamenti di dimensioni superiori ai 77 metri quadri fissati come massimo dalla delibera di giunta comunale dello scorso febbraio che tanto aveva fatto scalpore in città. Lo precisa il presidente di Confcooperative Andrea Grata, riferendo di un incontro urgente fra l’assessore Pasquali e i vertici di Legacoop, Confcoop e Arche im Kvw.

«Nel pieno spirito di concertazione che la cooperazione ha ribadito al Comune - spiega il presidente Grata - l’assessore all’urbanistica Chiara Pasquali ha nuovamente voluto esprimere il pieno riconoscimento della funzione sociale delle politiche abitative nel capoluogo». L’attenzione al sociale «passa naturalmente per il pieno riconoscimento del ruolo delle famiglie nel quadro dei provvedimenti per l’edilizia agevolata».

Un chiarimento, prosegue Grata, «era stato invocato da ambo le parti, visto il crescendo di polemiche in parte strumentalizzate». Le cooperative hanno espresso apprezzamento per la presa di posizione espressa sul giornale Alto Adige da parte dell’assessore, «la quale ha ribadito quanto previsto dalla normativa, che riconosce di fatto ai nuclei familiari più numerosi standard di metrature adeguate al loro fabbisogno».

Il punto nevralgico però «era la previsione di cinquanta alloggi per le cooperative, a fronte di una cubatura che teoricamente, in media per alloggio, al massimo sarebbe giunta a 77 mq».

L’assessore, riferisce Grata, «ha preso atto delle difficoltà in cui diverse famiglie numerose incorrerebbero, se questa media venisse applicata a prescindere dal nucleo familiare, riconoscendo che in tal caso si potrà assegnare un numero anche minore di alloggi, pur di venire incontro a tali esigenze dimensionali». Le premesse della delibera che ha indetto il bando, come illustra Grata, «stabiliscono la previsione di “circa” 50 alloggi, il che implica che in caso di esigenze dimensionali particolari, dettate appunto da famiglie numerose, si potrà senz’altro procedere con la realizzazione di alloggi innanzitutto adeguati a queste primarie esigenze».

Pertanto, come assicurato dall’assessore Pasquali nel corso dell’incontro con i vertici della cooperazione, «fino alla pre-assegnazione dell’area il numero di alloggi previsto sarà puramente indicativo e terrà conto di tale importante fattore».

L’incontro, riferisce ancora Grata, «si è svolto prestando attenzione alle prescrizioni della normativa provinciale e a quelle previste nel regolamento comunale, risalente al 1999». In questo settore «la normativa fa espresso riferimento alla dimensione alloggiativa in relazione al nucleo familiare, pertanto i timori espressi dalla cooperazione sono stati positivamente riscontrati, considerando tale elemento importante e da prendere in considerazione, nella successiva fase di pre-assegnazione dell’area, che il Comune si appresterà a fare nelle prossime settimane, una volta scaduti i termini di presentazione, fissati per il 22 aprile prossimo».

Andrea Grata (Confcoop), Stefano Ruele (Legacoop) e Leo Resch (Kvw) hanno convenuto sulla necessità di questo chiarimento con il Comune. «Da parte nostra - va oltre Grata - abbiamo ribadito, con realismo e senso di responsabilità, che la centralità delle politiche sociali si misura anche per il rispetto della persona e della sua famiglia, visto che la casa rappresenta il luogo e il percorso di sviluppo della nostra società, passando proprio per la famiglia inserita nel contesto urbano». I rappresentanti delle coop, conclude il presidente Grata, «hanno voluto condividere con la politica il senso di responsabilità circa l’impegno a considerare il territorio una risorsa non illimitata e a favorire all’interno della propria base una crescente cultura della responsabilità ambientale, che passa anche per un congruo utilizzo delle cubature destinate all’edilizia sociale».













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