Caso Vittorio, il Comune resiste in appello

L’amministrazione ha dato mandato all’avvocato Bertorelle di impugnare la sentenza di primo grado



BOLZANO. L’amministrazione comunale ha dato mandato all’avvocato Enrico Bertorelle di impugnare in appello la sentenza di primo grado del giudice del lavoro per il caso di Anna Vittorio, l’ex direttore della ripartizione cultura che ha contestato la sua destituzione decisa dalla giunta comunale. In primo grado il giudice Eliana Marchesini ha condannato l’amministrazione a risarcire al funzionario 101 mila euro. Nella sentenza il giudice rilevò il mancato rispetto degli articoli 4 e 5 del contratto di comparto previsto per il personale dirigenziale dei Comuni datato 2 luglio 2010. In sostanza secondo il magistrato la dottoressa Anna Vittorio sarebbe stata privata delle proprie «chance» di carriera a seguito del mancato rispetto della procedura prevista per i rinnovi degli incarichi dirigenziali dal contratto collettivo di comparto che deve essere considerato prevalente sul regolamento comunale in materia. Ed è proprio su questo punto centrale della sentenza che il Comune ha deciso di dare battaglia a livello processuale. L’impugnazione affidata all’avvocato Bertorelle contesta che per il caso Vittorio il Comune avrebbe dovuto applicare gli articoli 4 e 5 del contratto collettivo di comparto. «Non è così - si sostiene nell’impugnazione - ed il Comune di Bolzano non ha mai agito così anche in altri casi del tutto simili». Ricordiamo che gli articoli in questione prevedono che non meno di tre mesi prima della scadenza dell'incarico di un dirigente vi sia un giudizio complessivo del segretario comunale sul lavoro svolto informando il diretto interessato. Se il giudizio globale risulta negativo, il dirigente in questione entro 30 giorni ha il diritto di presentare delle controdeduzioni e solo dopo una ulteriore valutazione la giunta comunale ha il diritto di procedere - se il giudizio è ancora negativo - alla risoluzione dell'incarico, E' questa procedura che l'amministrazione comunale non avrebbe rispettato ed è per questo che il giudice ha riconosciuto alla dottoressa Vittorio il diritto ad un risarcimento economico per «perdita di chance». Ed è su questo punto che la nuova battaglia legale verrà decisa in appello. Nel frattempo il Comune non ha pagato (anche se la sentenza di primo grado è provvisoriamente esecutiva): ha tempo quattro mesi. (ma.be.)

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