Celebrati i vent'anni dalla scoperta di Ötzi

La presenza di Otzi pone il Museo sullo stesso piano delle più importanti strutture omologhe d'Europa



BOLZANO. Si è svolta nel salone d'onore di Palazzo Mercantile a Bolzano la celebrazione dei 20 anni dalla scoperta di Ötzi, l'Uomo venuto dal ghiaccio, da parte dei coniugi Simon nei pressi del Giogo di Tisa nelle Alpi della Oetztal. Nel corso della cerimonia è stata tracciata la storia di questa famosa mummia risalente all'Età del Rame, al 3300 avanti Cristo, conservata dai ghiacci in condizioni tali da consentire innumerevoli studi e ricerche da parte di scienziati di tutto il mondo.

Nel corso del suo intervento il presidente Durnwalder ha sottolineato che "Per l'Alto Adige, l'Uomo venuto dal ghiaccio rappresenta al contempo un onere e un'opportunità. Un onere perchè abbiamo anzitutto la responsabilità di conservarlo e renderlo accessibile sia agli studiosi sia a tutti coloro che hanno interesse. Gli scienziati che hanno studiato la mummia e il suo equipaggiamento in questi vent'anni ne hanno tratto una miriade di informazioni inedite sull'epoca protostorica.

Con la fondazione dell'Istituto per le Mummie e l'Iceman presso l'Accademia Europea di Bolzano (Eurac), nel 2007, sono state gettate solide basi per la prosecuzione di queste indagini. L'Istituto lavora a stretto contatto con il Museo Archeologico, che dal 1998 custodisce il prezioso reperto. E proprio attraverso il museo l'onere diventa opportunità: l'Uomo venuto dal ghiaccio ha infatti contribuito in modo determinante a far conoscere internazionalmente l'Alto Adige come una terra di tradizione e cultura millennarie.

Un luogo consapevole del proprio passato e in grado di valorizzarlo nel modo migliore, come dimostra anche il panorama museale cresciuto negli ultimi vent'anni e del quale il Museo Archeologico con Otzi è il fiore all'occhiello". Nel corso del suo intervento il presidente ha inoltre informato che la Giunta intende ampliare lo spazio a disposizione del Museo Archeologico ed a questo scopo sarà avviato un confronto con il Comune di Bolzano. Analoghi concetti in merito ad Oetzi sono stati quindi espressi da parte dell'assessore provinciale Sabina Kasslatter Mur e da Anton Steixner, vicepresidente del Tirolo.

E' seguito un intervento di Niels Lynnerup, presidente del Comitato scientifico per l'Uomo venuto dal ghiaccio, il quale ha spiegato "perchè studiare l'Iceman". Il ritrovamento della mummia sul Giogo di Tisa monopolizzò da subito i titoli dei giornali, prima a livello locale, poi regionale e infine - in seguito alla conferma delle prime ipotesi sulla sua antichità e all'invenzione di un nomignolo accattivante - anche internazionale.

Dopo l'annuncio della sua incredibile età durante la conferenza stampa del 25 gennaio 1992, persino il prestigioso Time Magazine riportò la notizia in prima pagina. Come un "viaggiatore del tempo", Otzi ha portato con sè un ricco bagaglio di informazioni sulla vita quotidiana alla fine del Neolitico. Un'autentica fortuna per la ricerca interdisciplinare: grazie alle più avanzate tecniche di analisi biomedica, e della medicina legale in particolare, da vent'anni gli scienziati studiano la mummia sotto ogni aspetto, carpendole segreti spesso sbalorditivi.

Nonostante questa intensa attività di ricerca, molti interrogativi rimangono ancora irrisolti. Le indagini proseguono, e ad ogni nuova rivelazione l'eco mediatica è vasta e garantita. Basti pensare che, nel 1991, Oetzi è stato inserito dal Time Magazine tra le venticinque personalità più famose dell'anno. E anche oggi è un personaggio mediatico di primo piano, protagonista sia di articoli sulla stampa "seria" sia di presunti scoop su quella sensazionalistica.

Da quando è esposto al Museo Archeologico di Bolzano, Otzi richiama oltre 230.000 visitatori l'anno ed è diventato una delle maggiori attrazioni turistiche dell'Alto Adige. Sinora oltre 3 milioni di persone hanno visitato il Museo Archeologico di Bolzano nel quale è ospitata la mummia. L'Uomo venuto dal ghiaccio ha contribuito a rivitalizzare il turismo anche nelle due aree a ridosso del sito di ritrovamento, la Val Senales in Alto Adige e l'Otztal in Tirolo.

La millenaria via di comunicazione, presumibilmente percorsa anche dal nostro antenato, è stata trasformata in "sentiero archeologico" e inserita nella Via Alpina. Lungo il tracciato si incontra il rifugio da cui si dirama la deviazione che, in un'ora circa, porta al sito di ritrovamento a 3210 metri di quota, segnalato da una piramide di pietra e divenuto una frequentata meta escursionistica. Nelle due valli limitrofe al sito sono sorti altrettanti parchi a tema, dove grandi e piccini trovano informazioni sulla vita e l'ambiente nell'età del Rame e possono cimentarsi in attività didattiche sotto la guida di personale esperto.

Se la notorietà di Otzi è cresciuta negli ultimi anni, lo si deve anche ai documentari trasmessi in tutto il mondo da Discovery Channel e National Geographic Channel. Parte del merito va anche a una mostra itinerante coordinata dal Museo Archeologico, che da anni porta in giro per il globo riproduzioni dell'uomo con i suoi indumenti e attrezzi, facendolo conoscere anche in Paesi dove, prima del suo arrivo, l'Alto Adige era sconosciuto. Oltre mezzo milione di persone ha finora visitato l'esposizione, contribuendo indirettamente a finanziare il Museo Archeologico.

La presenza di Otzi pone di fatto il Museo Archeologico bolzanino sullo stesso piano delle più importanti strutture omologhe d'Europa. Molti studiosi di fama si sono accorti dell'Alto Adige proprio grazie alla mummia e alle ricerche condotte su di essa.













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