Cene di lusso e regali, Durni rischia

L’inchiesta sulle «spese riservate» del presidente si tradurrà in una verifica sulla natura degli esborsi


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Cene in ristoranti di primo livello (con conti da 800 euro alla volta), contravvenzioni stradali, regali per i compleanni di almeno due assessori provinciali (come un binocolo «offerto» all’assessore Mussner del valore di 500 euro). Sono alcune delle voci di spesa diretta (senza compensazione) che potrebbero costare care a Luis Durnwalder, sotto inchiesta per peculato nell’ambito degli accertamenti sulle cosiddette «spese riservate». È probabile che l’indagine penale in mano al procuratore Guido Rispoli si concretizzi in primo luogo nella valutazione della tipologia delle spese sostenute. È vero che la legge prevede che non debbano essere oggetto di un vero e proprio rendiconto ma è anche vero - come ha stabilito recentemente la Corte di Cassazione - che ogni spesa affrontata con denaro pubblico non può mai sottrarsi all’obbligo di una «adeguata giustificazione contabile» nella consapevolezza, oltretutto, che l’utilizzo dei fondi deve risultare strettamente connesso alla funzione istituzionale dello stesso presidente indagato. Il cuore dell’inchiesta è proprio questo. Vi sono alcune spese, ammesse dallo stesso Durnwalder, che risultano difficilmente connesse alla funzione istituzionale di un governatore. A partire dalla bicchierata pagata ai componenti di una banda per finire ai regali di compleanno o alle spese sostenute (4 o 5 euro)per l’acquisto di piccoli quantitativi di frutta. Anche perchè l’idea di un presidente in grado di elargire alle persone a lui simpatiche soldi del proprio portafoglio (che in realtà sono pubblici) alimenta con facilità il sospetto dell’inevitabile vantaggio elettorale che questo sistema delle «mance» finisce per alimentare. La verifica sulla tipologia delle spese è l’unico fronte processualmente pericoloso per il presidente Durnwalder. Sulla compensazione tra spese personali effettuate col fondo e i crediti maturati per ripetute anticipazioni dal proprio portafogli di piccole somme elargite, sarà invece difficile individuare una ipotesi di reato fondata. In effetti non potrebbe essere contestato neppure il peculato d’uso posto che il governatore avrebbe prima anticipato propri quattrini per poi ottenere il rimborso per compensazione. Non si tratta certo di un esempio di amministrazione illuminata, ma individuare dei risvolti penali sembra arduo a meno che non si contesti la legittimità delle elargizioni che il presidente avrebbe anticipato. Per una verifica della documentazione sequestrata, ieri il procuratore Rispoli ha avuto un lungo incontro con il collega Schülmers e la Guardia di Finanza.

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