Centinaia per l’addio a don Willy 

In centinaia a Don Bosco. Cerimonia concelebrata da una trentina fra sacerdoti e diaconi. Presente anche il vescovo designato Tomasi Il vescovo Muser ricorda l’amico scomparso con un lungo toccante discorso: «Era così simpatico, pieno di vita e di entusiasmo per la sua chiesa»



Bolzano. Si è fermata l’intera città, ieri, per l’ultimo addio all’amatissimo don Willy Fusaro, scomparso a soli 53 anni, vittima di una malattia che gli ha a lungo debilitato il corpo ma assolutamente non lo spirito. Nonostante un caldo umido davvero tropicale, a Don Bosco un’ora e mezzo di partecipatissima messa di suffragio, concelebrata da una trentina fra sacerdoti e diaconi. Canti, musica gioiosa. Sull’altare il vescovo designato Michele Tomasi e il vescovo diocesano di Bolzano e Bressanone Ivo Muser, che ha introdotto la cerimonia con un toccante, lunghissimo ricordo personale, oltre dieci minuti di parole intense, toccanti nei confronti dell’amico scomparso. Centinaia e centinaia di parrocchiani in fila a rendere omaggio alla salma. Così tanti fedeli - italiani, tedeschi e ladini - che a stento si è riusciti a reperire le particole sufficienti per la comunione di tutti i presenti.

Lacrime, silenzio, ma soprattutto tanti sorrisi, riconoscenti, estremamente sereni, a partire da quelli del papà Mario, della mamma Liliana e del fratello Claudio. Non un semplice funerale, piuttosto una bellissima festa di commiato, sommamente cristiana, ricolma di speranza, priva di retorica, partecipatissima.

«Sto dinanzi a tutti voi», ha esordito il vescovo Muser, «e siamo in tantissimi. Con il cuore pieno di domande. Domande che non trovano una risposta automatica o facile». Quante volte, è andato oltre, «incontrandomi con Willy negli ultimi decenni mi sono chiesto: perché Signore, qual è il significato ultimo di questa malattia così atroce? Perchè proprio don Willy? Questo sacerdote così simpatico, pieno di vita, pieno di entusiasmo per il Signore e per la sua chiesa!». Ma nonostante tutte queste domande nell’ora del commiato, ha chiarito il presule, «prevale la gratitudine». Il vescovo Muser ha ringraziato il Signore «perché ci hai donato don Willy, questo uomo pieno di fede. Questo sacerdote così convinto». Il vescovo si è poi rivolto ai genitori di don Willy, seduti accanto al feretro: «Voi avete offerto tutta la vostra vita a vostro figlio. Grazie di tutto cuore a nome di tutta la nostra diocesi per il vostro amore e per il vostro esempio». Un ringraziamento è andato anche al fratello Claudio: «Non sei stato solo un fratello, sei stato una colonna. Quante volte l’hai portato alle nostre riunioni, alle nostre celebrazioni. Il vostro posto nel duomo di Bressanone adesso sarà vuoto». Ma ricorderà così per sempre «la vostra presenza, il vostro amore».

Ma un grazie il vescovo lo ha rivolto a tutti. «Grazie a tutti voi che avete sostenuto Willy». Don Fusaro, ha raccontato il vescovo, «alla fine non era più capace di parlare. Ciò nonostante rimaneva un punto di riferimento, per questa comunità, per tantissimi della nostra diocesi». Infine, monsignor Muser si è rivolto in prima persona a don Willy, «con il cuore pieno di lutto, ma ancor più pieno di speranza. Mi rivolgo a te perché ti credo vivo, anzi, vivissimo. Carissimo don Willy, grazie del tuo esempio, grazie della tua fede incrollabile, grazie per il tuo sorriso, grazie per la tua critica, per la tua grande voglia di vivere». Mai in tutta la mia vita, ha concluso Muser «dimenticherò la sua risposta. Quando ci siamo incontrati gli ho fatto sempre la domanda: come stai? Bene, bene, rispondeva. E non era una risposta d’abitudine. Era la sua risposta. Piena di affetto. Di vita. Di pazienza. Di speranza».

E adesso, «carissimo Willy, vorrei farti per l’ultima volta questa domanda: Come stai? Nella fede, nella speranza pasquale sento la tua risposta: “Benissimo. Ce l’ho fatta. Sono arrivato, per sempre”». DA.PA

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