Centri linguistici, stanziato oltre 1 milione

Achammer: «Gli alunni con background migratorio sono 8.906 con un aumento del 35% in 6 anni»



BOLZANO. Il bisogno di apprendimento degli alunni con background migratorio, nelle scuole altoatesine, è un'esigenza sempre più sentita. Lo confermano i numeri, visto che dal 2007 ad oggi la loro presenza è cresciuta del 35%. Per questo motivo, la giunta provinciale ha deciso di stanziare più risorse per i centri linguistici e creare una rete di volontari. Se nell'anno scolastico 2007-2008 la presenza di alunni con background migratorio, nelle scuole altoatesine di tutti e tre i gruppi linguistici, si attestava a quota 5.734 ragazzi, ora questa cifra è arrivata a quota 8.906, con una crescita del 35% nel giro di 7 anni. «Un'evoluzione importante - ha sottolineato l'assessore provinciale Philipp Achammer - che rappresenta una grande sfida per tutto il mondo della scuola. Occorre elaborare e gestire programmi concreti per favorire l'integrazione linguistica, negli anni scorsi si è già partiti con i centri linguistici, ma alla luce dei recenti sviluppi serve un ulteriore salto di qualità».

La nuova strategia approvata ieri dalla giunta provinciale, poggia su tre pilastri. Il primo è rappresentato dalla qualificazione degli insegnanti, chiamati a migliorare la propria formazione, poi si apre il capitolo legato alle risorse. «I centri linguistici - ha proseguito Achammer - hanno bisogno di maggiori risorse per far fronte a richieste sempre crescenti, e soprattutto necessitano di fondi che consentano di avviare le proprie attività con la tempestica più adeguata, in modo da farci trovare preparati per l'avvio del prossimo anno scolastico». In concreto, si tratta di uno stanziamento ulteriore nell'ordine del milione di euro, che verrà utilizzato per formare e reperire insegnanti e mediatori culturali. Il tutto con particolare attenzione alle aree urbane di Bolzano e Merano, dove vi è la più alta concentrazione di migranti. Il terzo e ultimo pilastro, infine, è rappresentato dalle attività extrascolastiche, organizzate proprio in un ottica di difficile reperimento delle risorse. «Puntiamo a creare una rete di volontariato - ha concluso l'assessore - coinvolgendo associazioni e persone che operano nel settore, a partire dagli insegnanti in pensione, che mettano a disposizione il loro tempo libero nelle ore pomeridiane. Un modello simile è già stato sviluppato con successo in altre regioni, a partire dalla Baviera».

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