Centrodestra, via alle grandi manovre

Bianchi: «La Svp si è già avvicinata a noi nei Comuni. Le provinciali sono l’ultima chance». Urzì: «Tutti uniti»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. L’ultimo treno sta per passare. Alle provinciali del 2018 il centrodestra ripartirà o si autoestinguerà. Ma se ripartirà, con tre-quattro eletti, l’obiettivo è sedersi al tavolo della giunta. «Scommetto sulla prima soluzione. L’alternativa è consegnare la Svp e il governo provinciale alla destra tedesca, con cui sono iniziate le strizzate d’occhio», dice Christian Bianchi. Doveva essere un convegno, sotto il simbolo del Ppe, dedicato a «Europa: le sfide di oggi e domani», promosso dalla europarlamentare e commissaria forzista Elisabetta Gardini. Si è parlato anche di questo, ma allo Sheraton ieri la parte di centrodestra raccolta attorno a Gardini, Bianchi, Urzì (Alto Adige nel cuore) e il consigliere trentino Giacomo Bezzi ha lanciato il progetto per le provinciali. Una settantina di persone in sala. Oltre ai simpatizzanti, i leghisti «osservatori» Luigi Nevola e Carlo Vettori, l’imprenditore Luciano Giovannelli, Cesare Guerreschi del Siipac. Quanto alla Svp, è passato per un saluto Klaus Ladinser.

Christian Bianchi (Laives) è l’unico sindaco di centrodestra, «ma a Merano, Brunico, Brennero e spero presto a Bronzolo, c’è una alleanza tra Svp e centrodestra. Questo significa che nella cittadinanza il centrodestra è sano, vivo e forte». Bianchi passa all’autocritica: «Ciò che manca è essere vivi e forti a livello superiore: negli ultimi venti anni ci siamo autoesclusi dalla politica provinciale. Non sono passati molti anni, da quando in consiglio provinciale sedevano cinque eletti del centrodestra. Abbiamo commesso errori, non possiamo solo lamentarci delle scelte degli altri. Dobbiamo fare in modo di arrivare dove si prendono le decisioni. Urzì in consiglio provinciale è instancabile, ma come opposizione si riesce a ottenere pochissimo. Non è vero che a Laives decide tutto la Svp, ci siamo anche noi. Le provinciali saranno l’ultima chiamata. Dobbiamo tornare ad essere in tanti, ma più programmatici. Serve una strategia e serve unire le forze. Se la Svp non avrà la maggioranza assoluta, si aprirà il tema delle alleanze. Come centrodestra dovremo esserci con numeri adeguati. Con quattro-cinque consiglieri potrà iniziare una storia diversa. Altrimenti potrebbe esserci la destra tedesca». Anche Alessandro Urzì parte dai Comuni: «Cos’è la Svp? Sui temi economico-amministrativi mi trovo quasi sempre d’accordo. Sui temi etnici si trasformano. Nei Comuni c’è stata una intesa sulle cose da fare. La sfida è portare la Svp sul piano della concretezza. Il Pd? Si è trasformato in un generatore di interessi propri e delle proprie clientele. Possiamo governare questo territorio, dobbiamo arrivarci preparati e uniti al massimo». Quanto alle elezioni politiche, Urzì rilancia la strizzata d’occhio al M5S: «Se ci saranno i collegi uninominali, non basterebbe neppure il centrodestra unito. Serve un cartello ancora più largo, alternativo al blocco Svp-Pd, anche con i 5 Stelle». Elisabetta Gardini anticipa che per le alleanze ascolterà molto i referenti locali: «Sono contenta che la Lega sia qui ad ascoltarci. Ma è normale che sia così. In Lombardia e in Veneto governiamo insieme». E chi non è stato invitato, come la deputata forzista Biancofiore, Fratelli d’Italia, Giorgio Holzmann, Enrico Lillo (Direzione Italia?). «Questo era un appuntamento pensato soprattutto per gli amministratori», risponde l’eurodeputata, «Spero che si capisca che errore è stato dividerci alle scorse comunali». Quanto al Ppe, secondo Elisabetta Gardini, è il baluardo dei valori della tradizione greco-romana-giudaico-cristiana, «indosso il crocifisso, basta considerare la fede una malattia infantile. Il centrodestra mette la persona al centro». Si è parlato di Comuni, tasse e immigrazione con i consiglieri Gabriele Giovannetti («la giunta Caramaschi si rende conto di cosa sta accadendo sulla sicurezza a Bolzano?»), Cristian Zanetti, Patrizia Coletti e Francesco Campisi . Spazio ai tecnici, moderati da Alessandro Bertoldi, sull’economia con Luciano Pilati (università di Trento), Andrea Maria Villotti (Istituto Friedman) e il medico Francesco Avanzini. Quest’ultimo fa parte del Centro Romano Guardini, che sottolinea di non essere «organico ad alcuna forza politica».

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