«Ci serve ancora un controllore della Svp a Roma» 

Lantschner (Liberi e Uguali): con Kronbichler ha funzionato «Parlo di clima: non è un lusso, produce lavoro e ci salverà»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Norbert Lantschner sonda la Bassa Atesina. Da sudtirolese, prova a capire gli umori. È il candidato di Liberi e Uguali nel collegio di Bolzano. È anche il capolista nel listino proporzionale. La lista è sostenuta dai Verdi altoatesini. Già candidato sindaco dei Verdi, Lantschner punta a fare il bis di Florian Kronbichler, il primo sudtirolese eletto a Roma senza il sigillo Svp.

Già direttore dell’ufficio provinciale Aria e rumore, poi responsabile di CasaClima, ora consulente, si sforza di portare avanti una campagna elettorale concentrata su questi temi.

Come sta andando la campagna elettorale?

«È una campagna a due facce. Da un lato incontro una enorme stanchezza dei cittadini, completamente distanti dalla politica, verso cui hanno perso fiducia. “Inutile votare, tanto fanno quello che vogliono” sento dire. C’è qualcosa di peggio? Corriamo davvero il rischio che il primo partito sia l’astensione. Così si calpesta la democrazia. Dall’altro lato incontro anche molto incoraggiamento».

Da parte di chi?

«Credo che sia passato il messaggio che “Liberi e Uguali” offra una alternativa, tanto in Italia che nella nostra provincia così particolare. Ovviamente stiamo girando molto in Bassa Atesina. Questo fine settimana sono stato ad Appiano e Caldaro, roccaforti della Svp. Le persone ci dicono “meno male che ci siete voi”, oppure “questa volta hanno esagerato”. L’effetto Boschi non è sfumato del tutto, credo, ma non c’è solo questo. Incontro persone che dicono “c’è bisogno di uno dei “nostri”, un sudtirolese che tenga sotto controllo la Svp. L’esperimento Kronbichler ha funzionato. Speriamo di replicare».

La campagna elettorale nel vostro collegio è stata dominata dal caso Boschi.

«In realtà non abbiamo una vera campagna elettorale, né da noi né altrove. Non esiste una discussione sui temi, eppure domenica prossima affronteremo elezioni storiche, perché l’Italia rischia. L’Europa del nord procede con i progetti sul clima, in Italia siamo praticamente all’anno zero. Come candidati dell’Alto Adige non possiamo limitarci a parlare di autonomia, doppio passaporto, stranieri o al limite di lavoro, concentrandoci sul Jobs Act. Il tema deve essere come è possibile creare lavoro “buono”».

Non sono argomenti che fano accorrere le masse.

«Sono temi tecnici, ma necessari. E non si tratta di un lusso. C’è da dare lavoro a una generazione intera prendendo di petto i due grandi settori: la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare e la mobilità sostenibile. Solo qualche cifra. Possiamo stimare che in Italia 20 milioni di alloggi pubblici e privati non siano allineati ai requisiti europei. Questo significa lavoro e nuove figure professionali legate all’edilizia. L’ecobonus sta già garantendo circa 400 mila posti di lavoro all’anno. Sulla mobilità elettrica l’Italia è meno che il fanalino di coda. In Norvegia il 52% delle immatricolazioni è di auto elettriche. In Italia siamo allo 0,1%, che diventa circa il 2% con le ibride».

Crede che Liberi e Uguali continuerà a esistere dopo le elezioni politiche?

«Sì, rappresentiamo la sinistra, anzi il centrosinistra che difende i deboli, trascurati da troppi anni, che al governo ci fosse il centrosinistra o il centrodestra. I deboli crescono. Anche i benefici della ripresa economica finiscono nelle tasche di pochi. Così perdiamo una fetta della società, che si rifugia nel razzismo e nel fascismo. Lo spostamento a destra è una illusione per i ceti deboli».

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